Sampietrini, fontane e facciate, da Piazza del Popolo a Piazza Navona, dagli Ortacci a Tor di Nona, chissà quanti rocamboleschi momenti di vita di strada potrebbero raccontarci, se solo avessero le parole. E non dovremmo affatto stupirci nel constatare che i protagonisti di certe risse e indecorose azioni non siano altro che coloro che chiamiamo maestri, di fronte ai quali faremmo senza alcun dubbio un inchino: Caravaggio e Cellini in primis, con le loro amanti, facili quanto la loro destrezza nel tirar fuori un pugnale, tra oscuri vicoli e le solite osterie perfette per alzare il gomito. E’ il mondo sciatto e miserabile del romano popolo, quello che ci racconta la mostra I bassifondi del Barocco, aperta presso l’Accademia di Francia a Roma, con sede a Villa Medici, fino al 18 gennaio 2015.
Tutt’altro che stucchi e putti, quella che ci troviamo davanti è la Roma alla rovescia, colorata, si fa per dire, da miserie, degenerazioni ed eccessi di ogni tipo. Forse un modo per ribellarsi a quella pomposità dorata dei bei palazzi nobiliari e delle chiese? Come hanno scritto nell’introduzione al catalogo i direttori di Villa Medici (Éric de Chassey) e del Petit Palais (Christophe Leribault) di Parigi, dove la rassegna sarà ospitata una volta che sarà conclusa in Italia, – <<Come valvola di sfogo a fronte di tanta devozione e sontuosità ostentate, i nostri artisti celebrano cortigiane e truffatori, ponendosi sotto l’egida di Bacco, anziché di Apollo, per sfuggire a qualunque tentativo di normalizzazione>>. Brilli, ma allo stesso tempo preziosi testimoni di un tempo che in fondo non è mai cambiato: un tempo dove miseria e nobiltà, ricchezza e povertà erano le facce della stessa medaglia.
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