
«Desidero ricevere la cresima». La redenzione di N., 15 anni, carcerato. «Nessuno può dirsi fallito, mai»

«Voglio comportarmi bene e cambiar vita con l’aiuto del Signore perché non voglio più veder piangere la mia mamma quando va via dal carcere. La ringrazio e preghi per me». Don Fabio Marella, vicedirettore della Caritas di Firenze, si è trovato di fronte a queste poche righe in cui N., un ragazzo di 15 anni detenuto nel carcere minorile G. Meucci, chiedeva con semplicità di poter ricevere il sacramento della Cresima.
Il primo incontro tra don Fabio e N. è avvenuto una domenica pomeriggio, in occasione della celebrazione della Messa per i detenuti. Il ragazzo, avendo ricevuto solamente il sacramento del battesimo, non poteva partecipare all’Eucarestia, e ha chiesto al sacerdote di potersi avvicinare alla Chiesa. È cominciato in questo modo, qualche mese fa, il rapporto tra padre Marella e il ragazzo, che, proprio la scorsa settimana, ha ricevuto la Cresima per mano del vescovo ausiliario di Firenze monsignor Claudio Maniago. Nello stesso periodo ha sostenuto l’esame di terza media.
In seguito alla richiesta del ragazzo, don Fabio ha iniziato ad andare più spesso in carcere a trovare N., portandogli la Bibbia e leggendo con lui i passi più importanti. Così la vita di N. ha cominciato a cambiare: dopo essersi confessato, ha fatto la prima Comunione e ha iniziato, con l’aiuto dei volontari, a studiare per l’esame di terza media. «Per quanto riguarda il desiderio di ricevere la Cresima – racconta don Marella a tempi.it – io cercavo di capire cosa gli stesse dicendo il Signore. N. sentiva la necessità di essere guidato, lui chiedeva proprio questo: che il Signore gli indicasse la strada giusta. Mi ha chiesto un rosario per pregare e io gliel’ho portato. Considerando il contesto in cui è vissuto ed il fatto che anche il fratello è stato arrestato, ho visto che il ragazzo sereno; la sua era, ed è tutt’ora, una fede in crescita».
Oltre alla figura di don Marella, nel corso di questi mesi N. si è affezionato a due ragazzi che lo hanno accompagnato e fatto da padrini: Luca, seminarista che inizialmente andava in carcere per giocare a calcio con i giovani, e Mattia, volontario che lo ha aiutato a sostenere gli esami.
Due settimane fa, don Marella ha portato N. dal vescovo perché lo incontrasse prima della Cresima. La settimana scorsa poi, quasi nello stesso giorno, ha sostenuto l’esame di terza media ed ha ricevuto il sacramento all’interno del carcere, durante una celebrazione cui hanno partecipato tutti i suoi compagni, i seminaristi e anche sua madre. Durante l’omelia monsignor Maniago ha ricordato che «siamo qui oggi a ricevere un dono che non dipende da noi, ma soltanto dal Signore».
«Il ragazzo – racconta ancora don Fabio a tempi.it – ha fatto domanda al giudice di poter essere trasferito all’interno di una comunità. Ieri mi hanno telefonato per dirmi che la richiesta è stata accolta, in maniera straordinaria, proprio a causa del suo cambiamento».
Di esperienze come quella di N., don Fabio ne ha potute vedere diverse in tutti questi anni, «sono storie di ragazzi difficili, sono piccoli numeri, ma sono storie importanti». I ragazzi spesso non credono più nelle loro potenzialità e tendono a sottovalutarsi, facendo fatica persino ad accettare il perdono. «Bisogna valorizzare i ragazzi facendo assumere a ciascuno le proprie responsabilità ed esaltando le potenzialità di ciascuno. È la fede che per prima mostra come ogni essere umano ha un valore per ciò che è, perché il Signore tiene a ciascuno indipendentemente da quello che ha fatto. Nessuno può dirsi fallito, mai».
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