Cosa vuol dire scrivere? Comunicare, certo, ma dopo aver letto l’elogio del fico di Adriano Sofri (Panorama del 23/9/99) ho capito che scrivere è anche evocare, raccontare tra le righe, cogliere con la coda dell’occhio un aspetto della realtà, che si lega come un filo sottile con un altro del proprio animo. Alla fine di quel racconto mi sono sentito appagato, sazio: avevo avuto ciò che volevo, quel giorno, con la goduria di un pezzo ben scritto, pesato nelle parole. Come quella frase stampata su un manifesto di sette anni fa che parlava di “Curiosità, destata dal presentimento del vero”. In una frase una densità nobile come un bicchier di Barolo. Curiosità: la prima regola per comunicare; Destata: una sorpresa che richiama alle cose più reali di sé; Presentimento: una tensione ad andare a fondo; del Vero: uno specchio pacificante. Il vino negli anni è diventato questa ricerca – continuamente destata da altri – che il vero è tutto in tutto. Anche in un bicchiere che evoca una bontà, come nel caco di Doninelli (altro racconto sublime) o nel fico di Sofri, che vuol dire offerta, generosità, “di più”. “Ne ho visti sbucare dappertutto – scrive Sofri – compreso le cime di torri e campanili metropolitani”.
Quasi una generosità che irrompe in mezzo agli schemi del quotidiano.
“Fra poco le foglie diventeranno gialle, poi si staccheranno e cadranno. Di tutti gli alberi spogli, il fico è il più grigio, stecchito, miserello e infreddolito. Ma nessuno si rifà così presto e allegramente al primo caldo (Destato, ndr), come un ragazzo di collegio portato in gita al mare. I primi frutti dell’anno nuovo vengono ancora dalle gemme dell’anno prima. Più generoso di così”.
Al tuo bel pezzo Adriano, a chi sa riconoscere i pre-sentimenti, voglio dedicare il Dolcetto d’Alba, generoso, di Giovanni Rosso di Serralunga (tel. 0173/613142). È un vino pieno di colore e sapore. Ampio in bocca, generoso. Il bicchiere della sera aveva lasciato un fondo raggrinzito di rosso intenso. Con un goccio d’acqua del giorno dopo si sono liberati i colori come fossero nuvole. Anche il vino ridesta. L’idea del miracolo del natura. L’idea che sono qua, quasi sorpreso da una gioia.