David Moyes al Manchester United: «Ha la stessa stoffa di Ferguson». Ritratto del nuovo manager
«Sir Alex è unico nel suo genere. Sembra che abbia una batteria che non smette mai di andare. Non so se io riuscirò ad andare avanti così tanto, ma credo che ora la gente dovrebbe lavorare più a lungo, dato che sono più in salute per farlo. E Sir Alex di certo lo è. Ciò vuol dire che tutti noi dobbiamo seguire il suo esempio, e vedere se riusciamo a stargli dietro». Chissà se quando a fine aprile David Moyes diceva queste parole già sapeva che Ferguson avrebbe lasciato la guida del Manchester United e che lui sarebbe diventato il suo sostituto. Dopo aver paventato tante volte la cosa, averla annunciata ed essersi rimangiato la parola, ieri Fergie ha dato ufficialità del suo ritiro all’età di 71 anni e, dopo aver indicato un paio di volte l’allenatore dell’Everton come suo possibile sostituto, ecco che oggi si è arrivati all’annuncio ufficiale: 6 anni di contratto, incarico dal primo di luglio. All’inizio a dare la notizia era solo il club di Liverpool tramite una nota apparsa sul proprio sito internet, poi è arrivata anche la comunicazione dello United (che prima della notizia era incorso in una clamorosa gaffe, anticipando via Twitter e Facebook la notizia rimuovendo poi in fretta e furia i due post).
ANCHE LUI È DI GLASGOW. Classe 1963, scozzese di Glasgow proprio come Ferguson (a dividere i loro due quartieri c’è solo il fiume Clyde), anche lui cresciuto calcisticamente nella terra natale, a differenza di Sir Alex era difensore e non attaccante, e nella città dell’Old Firm aveva scelto il Celtic e non i Rangers. Poi la discesa in Inghilterra, l’arrivo al Preston North End nel ’93, il passaggio da giocatore a manager e la risalita dei Lilywhites. Di lui si accorge l’Everton, che nel 2002 lo chiama: guiderà i Toffees per 11 anni, cifra che lo rende il secondo allenatore più longevo della Premier alle spalle di Ferguson e Wenger. C’è un aspetto della sua carriera che forse lascia intendere la simpatia che Ferguson nutre per lui: l’aver studiato da allenatore sempre. Aveva solo 22 anni quando prese il tesserino da manager, osservando direttamente sul campo tecniche, movimenti, approcci alla gara. Non è quel genere di professionista finito in panchina dopo aver appeso le scarpette al chiodo, che sceglie di diventare tecnico non avendo nient’altro da fare. E questo particolare a Ferguson piace molto.
HA PORTATO IN ALTO L’EVERTON. «Sono fatti della stessa stoffa», dicono Oltremanica: paziente e realista, diretto e carismatico, Moyes in 10 anni ha trasformato l’Everton. Era una squadra che lottava per salvarsi 10 anni fa, ora se non va in Europa rumoreggiano i tifosi, che qui han visto arrivare la Champions League nel 2005 oltre ad altri match di Coppa Uefa. «Pianifica ogni cosa meticolosamente. Dedica 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana a questo club, dovreste chiedere a sua moglie!» è quanto dice il presidente dei Toffees Bill Kenwright. «Nella vita c’è una direzione da seguire, e David ha scelto l’impegno totale e assoluto per questa squadra. È un grande manager: la sola cosa che ha fatto per l’Everton è di averci dato la possibilità di crederci ancora. Prima che arrivasse, avevamo perso tante delle nostre convinzioni». Un po’ come fece Fergie al Manchester, che prese una squadra alla periferia del grande Liverpool e la fece diventare la più grande d’Europa.
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