Dai vecchi Scholes e Giggs al giovane Balotelli è sempre spettacolo
Era il 1994 quando Scholes e Giggs giocavano la prima partita insieme. La maglia era chiaramente quella del Manchester United, con la quale avrebbero aperto una lunga e vittoriosa carriera. Ieri è andato in scena un altro emozionante capitolo di questa storia, che chissà quando si chiuderà. I Red Devils erano di scena a Carrow Road, casa del Norwich: sono bastati 6 minuti al rosso centrocampista per mettere la sua firma, su cross di Nani. E se il resto della squadra sembrava poco pimpante e incassava a 7 minuti dalla fine l’1-1, il finale è stato invece da poesia: lo United è tornato in vantaggio all’ultima azione, con un gol proprio di Giggs, giunto ieri alla partita numero 900 coi Red Devils.
E se gli uomini di Ferguson possono gioire grazie alle loro vecchie glorie, il City si conferma primo, riscoprendo il talento di un giovane, Balotelli: Mario torna titolare dopo 4 giornate di squalifica, ed è subito protagonista nella vittoria contro il Blackburn. Suo il gol che apre le danze dei Citizens, che hanno vita facilissima contro i Rovers terz’ultimi: nel secondo tempo segnano anche il Kun Aguero e Dzeko. Ora la corsa al titolo si gioca tutta in casa Manchester, visto il ko del Tottenham nel derby contro l’Arsenal, in una partita che, manco a dirlo, ha regalato più emozioni del dopo partita di Juve-Milan: dopo 35 minuti i Gunners sono sotto di due gol (Saha e Adebayor), ma prima dell’intervallo Sagna e Van Persie hanno già riaperto la partita. Il Tottenham accusa il colpo, e nel secondo tempo è un’altra squadra: per l’Arsenal vanno in gol Rosicky e due volte Walcott, vincendo così 5-2 e lanciando un messaggio, seppur un po’ utopico, al Milan.
I Gunners si confermano così al quarto posto, affiancati dal Chelsea che sabato pomeriggio sembra aver ritrovato se stesso: 3-0 in scioltezza al Bolton, in una partita che ha messo così fine ad un periodo nero per la squadra di Abramovich: un mese senza vittorie. Nel primo tempo il match è noioso, ma nella ripresa i Blues si svegliano, e vanno in gol con Drogba, David Luiz e Lampard. Per Villas Boas, una boccata d’ossigeno, seppur parziale: la squadra pare comunque sempre distante dal tecnico, e a fine partita Lampard ha messo in chiaro anche alla stampa i suoi problemi con AVB: «Penso che da fuori si veda che il rapporto tra me e l’allenatore non sia stato l’ideale, ma quello che conta è cercare di non focalizzarsi troppo sui rapporti personali».
Chiudiamo con una piccola squadra di Championship, il Cardiff City. I gallesi nelle passate settimane hanno stupito tutti, riuscendo, con un lungo cammino, a conquistare la finale di Carling Cup, la Coppa di Lega inglese. Ieri, davanti al tempio del calcio inglese di Wembley, la finale con i più quotati campioni del Liverpool. Sulla carta una partita senza storia. Invece il Cardiff fa la sua partita, e riesce pure a passare in vantaggio, con la rete del giovane Joe Mason, e poi si chiude a difendersi. La rete di Skrtel è una doccia fredda, e porta le due squadre ai supplementari. Qui il Liverpool continua a spingere, e i gallesi sembrano alle corde: Kuyt insacca il 2-1, e la partita pare evolversi verso il finale più scontato. E invece, due minuti prima della fine del secondo tempo supplementare, ecco che il Cardiff trova il pareggio, sugli sviluppi di un calcio di punizione. Si va ai rigori. Alla fine l’inesperienza dei gallesi paga, e dal dischetto ne sbagliano 3. Il Liverpool alza la coppa, dopo una partita più sudata del previsto, contro una squadra operaia e compatta, ma che non ha mai smesso di crederci. E poi ti chiedono perché è così appassionante seguire il calcio di lassù…
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