Cuccureddu: «La Juve è un camaleonte e lo stadio trascina i giocatori»

Di Daniele Guarneri
07 Ottobre 2011
Antonello Cuccureddu, glorioso difensore, centrocampista e ala della Juventus anni Settanta, parla a Tempi.it della nuova Juventus di Conte, evidenziandone punti forti e deboli: «A separare la Juve dallo scudetto ci sono solo 33 partite e una fase difensiva ancora da migliorare»

«Conte è l’uomo giusto, ha trasmesso la “juventinità” che mancava ai giocatori, ha cambiato la loro mentalità e la società lo sta appoggiando». Esordisce così Antonello Cuccureddu, glorioso difensore, centrocampista e ala della Juventus anni Settanta. Con la maglia bianconera ha vinto 6 scudetti una Coppa Italia, una coppa Uefa. In 12 anni 434 presenze e 39 gol. A parlare di Juventus gli si strozza ancora la voce in gola. Appese le scarpette al chiodo ha iniziato la carriera da allenatore. Fino all’anno scorso era al Pescara, oggi è in attesa di una chiamata seria. «Ho avuto alcune chiamate da parte di alcune società, ma aspetto quella giusta. Voglio andare dove c’è un progetto serio e ben studiato. Il nostro mondo è difficile, ma preferisco aspettare la chiamata giusta piuttosto che pentirmi di avere scelto male».

Vedere la Juventus in vetta alla classifica dopo tanto tempo lo riempie d’orgoglio, ma sa bene che la strada è ancora lunga. «Antonio studia per diventare e far ritornare grande la Juventus. È sulla buona strada e il nuovo stadio gli può dare una mano. Finché non si entra nello Juventus Stadium non si capisce. Lo spettatore è in campo, sembra spingerti, quando non hai più le forze per andare avanti è la gente che ti trascina».

Ma non c’entra solo il nuovo stadio. Conte sembra molto bravo a sistemare la squadra in base all’avversario e ai momenti particolari di un incontro. «La Juve è un camaleonte. Si parlava solo di 4-2-4, ma io ho visto anche un 4-4-2 e un 4-2-3-1. E poi finalmente in panchina ci sono dei campioni. Conte può fare affidamento anche su di loro. Contro il Milan dietro a Vucinic c’erano Vidal, Pepe e Krasic e in panchina c’era gente come Del Piero, Elia, Giaccherini, Matri e Quagliarella. Una buona dose di classe. E poi Conte è un uomo di carattere, ha una forte personalità e le sue decisioni, per il momento, sono accettate da tutti. Anche da Del Piero».

Personalità, carattere, bravura ad adattarsi alle situazioni. Cosa manca per vincere lo scudetto? «Innanzitutto 33 giornate di campionato. Poi deve migliorare la fase difensiva. Contro il Milan ha spostato Chiellini in fascia, ma lui non è un terzino di spinta, è un terzo stopper. Un po’ come Chivu nell’Inter e questo può fare bene alla difesa. Poi serve fortuna, determinazione, coraggio e umiltà. Vedremo, c’è tempo».

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