
Bernava (Cisl Sicilia): «Crocetta passa dalle conferenze stampa alle procure, ma non fa nulla»
Il tweet arriva stamattina, 31 luglio: ma è talmente caustico, che più che un cinguettio pare una sciabolata quella lanciata del segretario generale Cisl Sicilia Maurizio Bernava al governatore dell’isola Rosario Crocetta. «Il governo Crocetta è autoreferenziale, sulla crisi si incarta e viene accumulando figuracce su figuracce» scrive Bernava su twitter, denunciando anche «l’approssimazione e la continua incertezza. Crocetta si muove a passo di danza: uno avanti e due indietro». Il pensiero va subito alla cronaca di questi ultimi infuocati giorni di luglio, quando Crocetta prima ha annunciato l’aumento dell’Irpef, poi si è rimangiato tutto. Ma non solo, spiega a tempi.it Bernava: «È la critica, per altro costruttiva, che facciamo dal primo giorno a Crocetta perché il presidente, pur presentandosi come innovatore, non solo non ha cambiato nulla, ma va avanti solo a conferenze stampa e denunce in procura».
Bernava, sono parole molto forti. Che succede?
La Sicilia è la regione più colpita dalla recessione e dalla disoccupazione: secondo Bankitalia, dati di quest’ultimo mese, nel 2012 l’isola ha perso 38 mila posti di lavoro, mentre è raddoppiato il ricorso agli ammortizzatori sociali, passato al 38 per cento in un anno, ed è balzato al 32 per cento il tasso di persone in cerca di lavoro. Sull’indebitamento degli enti pubblici locali abbiamo previsioni in crescita. Posso dare anche i dati precisi: oggi siamo già a un buco di 6 miliardi di debito nel bilancio regionale, con oltre 8 miliardi di debiti per il sistema totale degli enti locali. Se aggiungiamo le partecipate, vediamo che stanno andando al dissesto comuni come Catania, Messina, Ragusa. Lo avevamo sempre denunciato anche a Lombardo, poi lo abbiamo ripetuto a Crocetta: e lui ci ha risposto che la prima azione del suo governo sarebbe stata mettere enti e parti sociali insieme tutti intorno ad un programma pluriennale per intervenire sugli sprechi locali e sulle partecipate. Ci ha promesso che avrebbe sbloccato nuove risorse anche per i servizi e usato i fondi europei per le infrastrutture e nuovi investimenti. Bellissime parole durante la campagna elettorale, perché poi tutto questo non lo ha fatto. Passa da una conferenza stampa all’altra, ha fatto più denunce alla magistratura che non riforme, che per altro noi non abbiamo visto. E dopo dieci mesi ha sempre rifiutato un confronto, anche uno solo, con i sindacati.
Non lo avete mai incontrato? È possibile, se tra i deputati regionali del Pd che lo sostengono c’è per esempio Concetta Raia, della Cgil di Catania?
Infatti anche la Cgil Sicilia è molto critica con Crocetta, come lo sono anche deputati regionali che vengono da quel sindacato. Non c’è mai stato nemmeno un incontro. Eppure abbiamo un sistema di welfare locale che fa acqua da tutte le parti, e che da sempre è stato vittima delle politiche clientelari. Crocetta non ha mai voluto fare un incontro con noi nemmeno per sbloccare i fondi sociali europei, che pur ci sono e sono in attesa di essere spesi. Non ha voluto parlare con noi di un piano per dare nuovi asili e nuova assistenza agli anziani che sono abbandonati a loro stessi. Per noi della Cisl il confronto è come aria, Crocetta invece continua a togliere ogni spazio, improvvisa. Il caso Irpef è un altro esempio.
Cos’è accaduto?
All’improvviso, Crocetta in conferenza stampa ha annunciato che lo avrebbe aumentato per pagare i debiti della p.a. alle imprese. Poi ha cambiato idea. È un valzer dell’improvvisazione. Se avesse voluto fare qualcosa di serio per i debiti alle imprese ci avrebbe dovuto incontrare, prima di fare la sparata sull’Irpef, e in un confronto cercare una soluzione. Ma qui Crocetta sta facendo come Raffaele Lombardo: sta giocando a governare solo per rilanciare il suo movimento politico, il Megafono. Ecco, noi della Cisl non ci stiamo più. Non è possibile andare avanti con conferenze stampa e presenze tv da Giletti o Ballarò: bisogna fare un programma ragionato, e costruire un percorso per uscire dalla crisi con il mondo sociale. Invece lui non vuole sinergia, pensa di fare tutto da solo.
In queste ore è giunta la notizia del suicidio di un dipendente della formazione professionale siciliana, che non percepiva più lo stipendio. In questo settore Crocetta è di recente voluto intervenire per contrastare i numerosi sprechi accertati dalla magistratura inquirente. Cos’ha fatto?
Nulla. Ha fatto solo un nuovo regolamento per l’accreditamento degli enti, che per altro era già previsto dalla normativa europea, quindi era superfluo. Crocetta ha usato la formazione professionale in Sicilia solo come un cavallo di battaglia mediatica, con una crociata pubblica in cui accusava gli enti di rubare e annunciando una rivoluzione. Tutti sappiamo e da tempo che si tratta di un settore dove le cose non funzionano e dove ci sono ruberie, e noi stessi sindacati chiediamo sul serio una riforma. Crocetta ha fatto il presidente poliziotto, ma non ha fatto nessuna riforma che eliminasse le clientele, e allo stesso tempo non umiliasse i lavoratori: invece ci sono persone che non prendono lo stipendio da 18 mesi. Il problema è sicuramente complicato: in Sicilia nel pubblico lavorano almeno 65 mila persone, tra settore formazione, precari, partecipate. Per sedici anni, tra cuffarismo e lombardismo ci sono state assunzioni inutili. Chi avesse voluto fare il presidente rivoluzionario, avrebbe però dovuto avviare un percorso di accompagnamento per i lavoratori, anziché creare la disperazione sociale: c’è gente che nella formazione professionale non percepisce lo stipendio. Eppure è da mesi che noi sindacati chiediamo di sbloccare i fondi europei, che sono a disposizione anche per questo, e poi avviare un serio cambiamento. E invece nulla, conferenze stampa a parte.
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