Crisi Abyei, Sud Sudan e Khartoum «vicini al precipizio della guerra»

Di Rodolfo Casadei
30 Maggio 2011
Il senatore Usa John Kerry ha detto che il Sudan è «tremendamente vicino al precipizio della guerra». Il presidente del Sud Salva Kiir ha dichiarato che non lo permetterà, ma la crisi dello Abyei, regione occupata dal Nord, non è ancora risolta nonostante i dialoghi tra Karthoum e Sud Sudan, che il 9 luglio si staccherà ufficialmente dal Nord

Il fine settimana ha visto incontri fra le due parti a Khartoum e ad Addis Abeba, ma le probabilità di una rapida soluzione negoziata per la crisi dello Abyei restano minime, mentre aumentano quelle che la vicenda si trasformi in un casus belli destinato a viziare fin dall’inizio i rapporti fra il nascente Stato del Sud Sudan e la Repubblica del Sudan dalla quale il 9 luglio prossimo il primo si staccherà ufficialmente.

Nonostante tutti gli appelli internazionali, le Saf, Forze armate sudanesi, non sembrano affatto intenzionate ad evacuare la cittadina di Abyei e il territorio circostante, che hanno occupato il 22 maggio scorso dopo due giorni di bombardamenti e combattimenti con le truppe del Goss, il governo del Sud Sudan. Il pretesto per un’azione militare che va ben al di là della rappresaglia e che viola gli accordi del Protocollo di pace del 2005 è un’imboscata a un convoglio di truppe del Nord tesa da quelle del Sud il 19 maggio scorso, che ha provocato perdite anche fra i caschi blu dell’Unmis, la missione delle Nazioni Unite nella regione.

I falchi di Khartoum non aspettavano altro: l’esercito sudanese, ben più attrezzato di quello del Sud e affiancato dalle Popular Defence Forces (Pdf) e da irregolari delle milizie missiriya (etnia di allevatori nomadi da sempre sostenitori del governo centrale), ha occupato militarmente la regione. In base agli accordi del 2005 nello Abyei doveva tenersi uno speciale referendum locale, in contemporanea a quello che ha riguardato tutta la parte merdionale del paese, per decidere fra la permanenza nel Nord e l’annessione al Sud. La consultazione non si è tenuta perché Nord e Sud non hanno trovato l’accordo sulla lista dei votanti: Khartoum voleva che comprendesse i nominativi di migliaia di nomadi missiriya, che in realtà vivono più a nord e scendono nella regione stagionalmente alla ricerca di pascoli per il loro bestiame; Juba voleva che a votare fossero solo gli abitanti stanziali, coltivatori-allevatori ngok dinka da sempre favorevoli alla secessione.

Il valore strategico dello Abyei è molto diminuito dopo che nel 2009 Nord e Sud hanno accettato un arbitrato della Corte dell’Aja per le controversie internazionali, alla quale si erano rivolti, che ha ridefinito i confini della regione ridimensionandoli di parecchio. I territori sottratti sono stati riassegnati al Nord e al Sud, ma resta da definire il destino di una regione che ora è estesa 10 mila kmq e che ancora ospita giacimenti petroliferi, anche se la maggior parte di quelli esistenti entro i vecchi confini dello Abyei sono stati assegnati dall’arbitrato dell’Aja rispettivamente al Nord e al Sud.

Le stime relative al numero dei profughi – sudisti di etnia ngok dinka – causati dall’intervento militare oscillano fra i 40 mila e i 150 mila, mentre l’esame delle immagini satellitari prodotte dal Satellite Sentinel Project (l’iniziativa di sorveglianza umanitaria in Sudan finanziata da George Clooney) porta alla conclusione che un terzo degli edifici della cittadina di Abyei e dei villaggi circostanti sono stati distrutti dopo l’occupazione da parte delle truppe di Khartoum. Enough Project, l’organizzazione americana per i diritti umani che sponsorizza il Satellite Sentinel Project, ha diffuso anche immagini e filmati dei saccheggi dei depositi del Programma alimentare mondiale e di Medici senza frontiere ad Abyei per mano di miliziani missiriya e delle Popular Defence Forces (Pdf), sotto gli occhi dell’esercito sudanese.

Secondo il senatore americano John Kerry, presidente della Commissione Esteri del Senato, il Sudan è «tremendamente vicino al precipizio della guerra». Secondo alcuni osservatori la politica oltranzista e provocatoria del Nord rifletterebbe il prevalere dei falchi, guidati dall’ex responsabile della sicurezza nazionale Nafie Ali Nafie, all’interno del Partito nazionale del Congresso del presidente Omar el Bashir. Il presidente del Sud Sudan Salva Kiir ha dichiarato che il Sud non si lascerà trascinare in una guerra.

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1 commento

  1. Giuditta

    possibile che per il sudan non ci sia mai pace?

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