
Costa d’Avorio, guerra tra le forze di Gbagbo e Ouattara: «Almeno mille morti» – Rassegna stampa/2
In Costa d’Avorio la situazione è instabile. Alassane Ouattara ha vinto le ultime elezioni ed è stato riconosciuto dalla comunità internazionale. Tuttavia il presidente uscente Laurent Gbagbo non vuole dimettersi ed è intenzionato a combattere «fino all’ultimo proiettile».
Le truppe di Ouattara domenica hanno occupato Duekoué, paese vicino al confine con la Liberia sbloccando uno stallo che durava da quasi quattro mesi.
“Il Presidente legittimo non ha però tenuto a freno i suoi. Che sono i principali sospettati del massacro di centinaia, forse mille, abitanti, colpevoli, pare, solo di essere di etnia bété, come Gbagbo. Dopo la denuncia della Croce Rossa internazionale, ieri è arrivata la conferma della Caritas. Il portavoce Patrick Nicholson parla di almeno «mille morti»” (Stampa, p.15).
Secondo Nicholson il massacro sarebbe avvenuto tra domenica e mercoledì, proprio quando la città era sotto il controllo delle truppe di Ouattara. Tuttavia il presidente eletto ha smentito la partecipazione dei suoi uomini agli scontri a Duekoué.
Il segretario di Stato americano ha invitato Gbagbo «ad andarsene immediatamente perché sta spingendo il paese nel caos». Ieri quattro militari dell’Onu sono stati feriti gravemente dalle truppe del presidente uscente. La pattuglia è stata attaccata durante una missione umanitaria. La Francia ha inviato altri 300 uomini che si affiancano ai 1800 della missione chiamata «Liocorne» e ieri ha occupato l’aeroporto di Abidjab. L’intento è quello di far evacuare i 12 mila transalpini che vivono in Costa d’Avorio.
Gbagbo denuncia l’occupazione francese e in un comunicato diffuso dall’emittente dichiara: “«preparano un genocidio in stile ruandese». Poi chiede ai «giovani patrioti» di scendere nelle strade, perché l’indipendenza «è in pericolo»” (Stampa, p. 15).
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