Cosa vuol dire fare il sindaco per Stefano Parisi: più Citylife, meno “Genitore 1 e 2”

Di Redazione
09 Marzo 2016
Il candidato del centrodestra a Miano ha incassato l'appoggio di Letizia Moratti e ha "ingaggiato" Albertini. Il suo programma? Basta propaganda e basta burocrazia

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Il candidato del centrosinistra Giuseppe Sala rischia di perdere pezzi. Oggi infatti la vicesindaco di Pisapia Francesca Balzani ha sciolto la riserva mantenuta finora rispetto all’offerta avanzata dallo stesso Sala, che dopo averla sconfitta alle primarie le ha offerto di guidare una lista in suo appoggio: in una intervista al Corriere della Sera Balzani ha rifiutato, scoprendo a sinistra il candidato di Renzi e riaprendo di fatto la possibilità di una candidatura a lui avversa della sedicente “società civile” (si fanno i nomi di Gherardo Colombo e Curzio Maltese, per intenderci).

MORATTI VS SALA. Altro colpo negativo per Sala è stato l’endorsement per l’avversario Stefano Paris espresso da Letizia Moratti in una intervista a Radio 24. Secondo la Moratti, Sala, che era il suo “city manager” quando lei era sindaco di Milano, merita per il suo operato in Comune «non più di un 6». Lei preferisce Parisi con cui ricorda di aver fatto «un ottimo lavoro» in Rai. Del resto, come ha ricordato sempre ieri lo stesso Parisi ospite di Repubblica Tv, «Moratti ha voluto Expo con le unghie e con i denti», mentre un pezzo della coalizione che oggi appoggia la candidatura dell’ex commissario di Expo Giuseppe Sala all’epoca si oppose con tutte le forze alla realizzazione dell’evento.

«IN GIUNTA ANCHE ALBERTINI». Oltre alla Moratti, che Parisi ha annunciato di voler coinvolgere nel governo di Milano in caso di vittoria alle elezioni, il candidato del centrodestra ha ingaggiato anche Albertini. «Senz’altro in giunta avremo personalità di profilo nazionale e Albertini è una di questa, si è reso disponibile», ha detto ancora a Repubblica Tv. «È stato un grandissimo sindaco di Milano, è molto amato». No invece al leader della Lega Matteo Salvini, che si era offerto come assessore alla Sicurezza senza stipendio: «Ho bisogno di assessori full time», ha detto Parisi.

LEGA E NCD. Secondo il quotidiano Libero, questo non vuol dire che «l’idillio col Carroccio è già in crisi». Piuttosto Parisi crede che «per vincere Milano bisogna convincere anche i moderati». E se è vero che rispetto ai temi di immigrazione e sicurezza – parole di Parisi – «c’è un malessere che Salvini intercetta», tuttavia «bisogna dare risposte pratiche e di buon governo». È vero che «anche Albertini (come Salvini) ha un ruolo nazionale al Senato con Ncd (senza tessera)», osserva sempre Libero, però «negli ultimi giorni il pressing di Parisi si è fatto insistente e così l’ex sindaco potrebbe rivedere la scaletta delle sue priorità». Del resto «non è un segreto che per profilo e indipendenza Albertini dall’avventura romana si aspettasse maggiori stimoli. Invece anche nell’ultimo rimpasto il suo nome è rimasto fuori. E lui, seppur con i modi cortesi che gli sono propri, non ha gradito».

GAY PRIDE E FAMILY DAY. Parisi ieri ha detto la sua anche sui temi più “caldi” della politica nazionale: «Da sindaco non andrei al Gay Pride, non perché sono contro, spesso sono divertenti, ma credo che il Comune non dovrebbe schierarsi, anche se ci fosse un Family Day non darebbe il patrocinio». A differenza di Maroni, ha aggiunto il candidato del centrodestra, «io non avrei acceso la scritta Family Day sul Pirellone», ma semplicemente perché il compito del sindaco nella concezione di Parisi non è occuparsi di questi argomenti, infatti «nemmeno farei propaganda con il registro delle unioni civili», che è invece uno dei (pochi) grandi vanti della giunta Pisapia. 

DONNE OLTRE LE QUOTE. E a conferma della volontà di Parisi di finirla con la stagione della propaganda “di genere”, il Giornale riporta che ieri, 8 marzo, festa della donna, Parisi ha partecipato a un incontro intitolato “Donne in quota. Storie di donne capitane coraggiose”, ma «non ha lanciato promesse su capitoli ad hoc» e «d’altra parte due giorni fa a superato anche il tema “quote rosa” con una forte dose di meritocrazia. Si è capito, tuttavia, che intende togliere dall’iscrizione negli asili il riferimento al discusso “genitore 1” e “genitore 2″». Poi ha rivolto una critica anche alla ambigua doppiezza di tante campagne “in difesa delle donne”: queste battaglie, ha detto Parisi, «bisogna avere la forza di portarle avanti senza ambiguità alla trasformazione sociale che sta interessando Milano. Arrivano persone con una forte identità religiosa in cui la donna è molto sottomessa. Non possiamo usare il doppio standard di essere femministi in casa nostra e non esserlo per gli altri paesi».

VIVA LO SVILUPPO. Cosa farà Parisi se sarà eletto sindaco? A Repubblica Tv qualche idea l’ha data. «La prima azione da sindaco – ha spiegato – sarà quella di semplificare le norme urbanistiche volute dalla giunta Pisapia. Regole che hanno completamente bloccato gli investimenti in città», infatti «l’attuale piano di governo del territorio non renderebbe possibile Citylife o la zona di Gae Aulenti, che oggi sono il miracolo di Milano». Parisi sui temi dello sviluppo si colloca insomma all’esatto opposto di Pisapia: «Il mio modello è quello di liberare Milano dalla burocrazia, dalle tasse e da tutti i vincoli».

«INUTILI “AREA C” E BLOCCHI DEL TRAFFICO». Chiarissimo anche il giudizio sulla «inutilità di Area C», perché «una città vietata alle automobili è una città dell’Ottocento, non è una città moderna». E «la coscienza ambientale non è girare in bici con scritte “no oil”. Non si pulisce l’aria andando in bici o facendo convegni, ma promuovendo investimenti nelle case e potenziando il trasporto pubblico, non vietando l’uso dell’auto».

Foto Ansa

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6 commenti

  1. Giovanni

    Albertini? la Moratti???
    Ho capito tutto… speriamo vinca Sala.

    Un elettore del centordestra.

    1. antonio

      Magari fosse così semplice. Moratti ha fatto i suoi disastri (basta passare a porta Vittoria per capire di cosa parlo = condomini e abbandono al posto di servizi preziosi) ma anche Sala non scherza = la rapina dei servizi presenti a Milano per portare tutto a Rho. COME SINDACO DI RHO SAREBBE PERFETTO. Per completare la sua propria gloria collegata all’Expo. Ma che panorama SPAVENTOSO.

  2. Il buon senso

    Il Tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto, con una nuova sentenza, il diritto a una coppia di due donne a essere entrambe mamme di tre bambini, attraverso un’adozione ‘incrociata’ che considera tutti e tre figli delle conviventi. Lo annunciano Rete Lenford (l’avvocatura per i diritti Lgbti) e Famiglie Arcobaleno sottolineando anche che ieri in Svizzera la Camera dei Cantoni ha approvato a grande maggioranza una riforma della legge sulle adozioni che estende anche alle coppie omosessuali la possibilità di adottare il figlio del partner, Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno.
    Quanto alla sentenza del tribunale di Roma, alle due donne, rappresentate dall’avvocata Susanna Lollini, è stata riconosciuta l’adozione ‘incrociata’ dei tre figli che da oggi, quindi, si spiega sul sito di Rete Lenford, sono anche per la legge figli di entrambe le madri. “Va sottolineato- spiegano le associazioni- che, mentre la Camera si appresta a discutere la proposta di legge sulle unioni civili dove l’adozione dei figli del partner è stata stralciata rimettendo così tutto nelle mani dei giudici, il Tribunale scrive che già la normativa attuale ‘deve poter essere interpretata alla luce dei principi costituzionali e convenzionali che costituiscono il fondamento per il riconoscimento di nuove forme di genitorialità’. E’ di tutta evidenza (continua la sentenza) che i rapporti esistenti tra le ricorrenti ed i rispettivi figli sono quelli concretamente e quotidianamente tipici di una sana relazione madre-figli”. Tuttavia, continua il commento, “per la particolarità della norma sulle adozioni speciali che si applica a questi casi, i figli della coppia continueranno a non essere per la legge fratelli, dal momento che tale adozione definisce solo i rapporti tra il genitore che adotta e il minore, escludendo il resto della famiglia. Questo nonostante, sottolinea il giudice, che ‘le mamme hanno dichiarato al giudice che i bambini vivono come fratelli perché tali si considerano e vengono nel mondo esterno considerati’”.
    Marilena Grassadonia, presidente Famiglie Arcobaleno, dichiara: “E’ grande la soddisfazione per questa ennesima sentenza, che mette ancora una volta in evidenza la distanza abissale tra la politica italiana, il diritto e la realtà. Il preminente interesse del minore, elemento centrale nelle decisioni dei giudici, rimane un illustre sconosciuto per i nostri politici. E’ inaccettabile- aggiunge- che i nostri figli e le nostre figlie non vengano tutelati in maniera chiara dalle leggi di questo Stato”. L’avvocata Maria Grazia Sangalli, presidente di Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford aggiunge: “Il moltiplicarsi di sentenze che riconoscono l’adozione incrociata dei figli dei due partner di una coppia formata da persone dello stesso sesso mette in luce l’assoluta idoneità di queste coppie a svolgere in pieno il ruolo genitoriale ed è scandaloso che di fronte a questa pressante esigenza di tutela dei minori il legislatore si rifiuti di dare una chiara risposta legislativa, addossando ai giudici di farsi portatori di un’interpretazione evolutiva delle norme e lasciando che ai figli di queste coppie vengano riconosciuti minori diritti rispetto a quelli di cui godrebbero con una adozione piena”.

    1. giovanna

      Come ai vecchi tempi, eh trollona , tutto meno che “buon senso”… prima il nick trucido “dudu”, poi un piattissimo copia e incolla gigante e via.
      Che strazio.
      Ma in vita tua ti sei mai appassionata a qualcosa che non fosse il molestare il prossimo ?
      Qualcosa che fosse utile, bello, soddisfacente ?
      Qualcosa che partisse da te, come persona, che fosse tuo, che venisse dalla tua testa e dal tuo cuore ?
      Meno male che non ti rendo conto del grigiore in cui sei immersa , o forse è peggio pure…

  3. dudu

    solo per ricordare che questo è uno statale, che ha lavorato per De Mita, per De Michelis, per l’odiatissimo Amato… cioè mai per gli italiani e mai per un’azienda. Ha lavorato per la Moratti….ahahahahahah e pure Sala ahahahahahah

  4. dudu

    ma noi vogliamo una città dell’800! questo vuole una città degli anni ’70. molto smog e tanto abusivismo. I grattacieli sono dei jidaisti che ce l’hanno fatta. a Milano non servono le macchine e i palazzi. Servono le idee che aiutino le nostre realta produttrici di innovazioni. Ma il sindaco perchè non lo ingaggiamo? Si fa una selezione e assumiamo un vero manager.

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