Riecco Mel Gibson. L’avevamo visto recentemente sul tappeto rosso di Cannes, accanto a Jodie Foster nel film The Beaver, in cui interpretava un personaggio problematico, che ricordava molto il suo ultimo periodo, e che non aveva convinto. Ma è servito per ritornare sulla pubblica piazza, dopo il crollo, il divorzio, lo spiattellamento dei suoi peccati in pubblico. Ora che Mel ha finalmente chiuso la storia con Oksana Grigorieva, con un risarcimento sancito dal tribunale di 750 mila dollari, l’attore può tornare a dedicarsi al suo hobby principale, fare il regista. Con una storia che gli permetta di riappacificarsi con quella parte di pubblico ebreo che si era arrabbiato per The Passion. Mel Gibson porterà in scena Giuda Maccabeo, l’eroe della ribellione ebraica contro l’oppressione del re Antioco IV, sovrano di Siria, che cercò di obbligare gli ebrei ad abiurare religione e tradizioni.
Per scrivere la sceneggiatura, Mel ha chiamato Joe Eszterhas, altimenti noto come lo sceneggiatore di Flashdance, di Basic Instinct e di molti altri film, uno che con il regista ha in comune una storia di alcol, droga e cattolicesimo. Joe faceva la sua tranquilla vita dissoluta finché il cancro non ha bussato alla sua laringe. Dopo il primo momento di smarrimento, la sua vita è cambiata, e nel calvario della cura, si è sentito letteralmente preso da Dio. Lo racconta lui stesso, sopravvissuto al male, nel libro di memorie “Crossbearer, a memoir of faith”, dove la croce di cui parla il titolo è appunto il cancro. «Non ho trovato Dio, è lui che ha trovato me», racconta lo sceneggiatore alle telecamere di Gloria.tv come se fosse la cosa più semplice da immaginare. Naomi, sua moglie, gli è sempre stata accanto, e così i loro quattro figli. «L’ho visto cambiare un po’ ogni giorno, ha comiciato a seguire la messa quotidianamente, a confidarsi con il prete della nostra Chiesa. La nostra vita non è mai stata migliore di oggi». Chissà cosa ne pensa Sharon Stone, messa da parte così per Gesù.