Gad Lerner: «Mio figlio, 5° elementare, studia storia su un libro di testo dove non si fa menzione del patto Stalin-Ribbentrop tra Germania nazista e Urss comunista. Secondo questo libro il patto di alleanza e di spartizione della Polonia semplicemente non esiste e dunque i sovietici, già nel 1939, vengono presentati sullo stesso piano degli americani, eroi e alleati del movimento antinazista. Questo per dire che io non condivido queste faziosità, però il Pci e il movimento operaio italiano sono un’altra cosa…»
Paolo Mieli: «Ma però cosa? Su, Gad, diciamoci la verità, secondo te chi li ha scritti questi libri? Sù, Gad, siamo d’accordo che Pinochet è un maiale perché ha fatto uccidere migliaia di persone? Sì, siamo d’accordo. Siamo d’accordo che Garzon ha fatto bene a inquisirlo, benché quello sia cileno e questo sia spagnolo? Sì, siamo d’accordo. Siamo d’accordo che ha fatto bene la stampa italiana a dare il massimo di visibilità al giudice madrileno? Sì, siamo d’accordo. E allora seguimi Gad: Khieu Samphan, ti dice niente? No, non ti dice niente e non si trova uno straccio di giudice, di giornale, di difensore dei diritti umani che si ricordi di questo tale, il quale oggi vive ancora tranquillo in oriente sebbene sia stato uno dei principali protagonisti del genocidio che ha fatto due milioni di morti in Cambogia. Non sto parlando dei lager e delle purghe di Stalin del ’36. Sto parlando di un fatto avvenuto tra1975 e il 1978, gli stessi di Pinochet. Poi c’è la Russia in Cecenia, Cuba, la Cina, la Corea del Nord eccetera. Gad, non ti sembra strano l’oblio e il silenzio sui protagonisti di tutto ciò?»
Gad Lerner: «Sì, d’accordo, ma in Italia…»
Paolo Mieli: «Ma in Italia cosa? Secondo te, tu saresti dove sei e io sarei diventato direttore del Corriere della Sera a quarant’anni se non provenissimo, diciamo così, da un certo milieu politico-culturale?»
Tratto da una conferenza-dibattito in occasione della presentazione del libro di Pierluigi Battista “La fine dell’innocenza”, Maggio 2000, libreria Tikkun, Milano