Sembrava si dovesse andare incontro ad uno sconto della pena, con la squalifica dell’allenatore della Juventus, Antonio Conte, ridotta dal Tnas da 10 a 4-6 mesi. Invece il tentativo di conciliazione è fallito: le due ore di udienza del collegio arbitrale non hanno portato alcun verdetto definitivo, e se per il 7 ottobre è atteso il lodo sulla vicenda, la sentenza potrebbe slittare ancora, nel caso in cui fosse accolta la richiesta dei legali del tecnico bianconero di ascoltare altre testimonianze, su tutte quella dell’ex senese Mastronunzio. «Ma io me l’aspettavo: era difficile arrivare oggi ad una soluzione del caso». Il blogger juventino Antonio Corsa non sembra particolarmente sorpreso da quanto successo questo pomeriggio. «I giornali partivano tutti da un presupposto sbagliato, quello cioè che Conte avrebbe accettato l’offerta della Figc. In realtà l’allenatore l’aveva già detto: non vuole sconti, ma solo il proscioglimento».
Insomma, c’è ancora da aspettare…
Il tentativo di conciliazione di oggi era un obbligo per gli arbitri del Tnas, quindi l’avranno sicuramente proposto, e i legali bianconeri devono averlo rifiutato. D’altronde se Conte avesse voluto patteggiare avrebbe accettato mesi fa il secondo patteggiamento.
Cosa succederà allora nei prossimi giorni?
Entro il 7 ottobre ci sarà la decisione presa dal Tnas: per loro ci sono due strade. O si fanno bastare le memorie raccolte fino a questo momento e procederanno ad un lodo oppure accettano la richiesta di entrambe le parti di ascoltare nuovi testimoni per cercare di vederci più chiaro. E allora si slitterà ancora.
Ci sono possibilità che vengano accettate le prove aggiuntive? La Juve vuole far ascoltare Mastronunzio e Stellini, l’accusa invece porterebbe lo stesso Stellini e ancora Carrobbio.
Possibilità ce ne sono, non essendoci impedimenti tecnici, e il tempo per ascoltarli c’è. Poi va detto che il Tnas esprime un giudizio che a livello giuridico è indipendente dai precedenti giudizi espressi negli altri due gradi. Per intenderci: non si discuterà sulle sentenze già emesse, ma si riparte tutto da capo, quindi ogni cosa è rimessa in discussione. Se c’è quindi bisogno di ascoltare un’altra volta Mastronunzio o Stellini e Carrobbio, il Tnas è autonomo e libero di farlo.
Il tecnico continua a rifiutare accordi e a dichiararsi innocente. C’è davvero la possibilità che venga assolto?
Vado a sensazioni. Non so dire di preciso: l’avvocato Giulia Bongiorno diceva oggi di voler andare avanti e proseguire per tutte le strade possibili, anche eventualmente extra-sportive. Il pilastro d’accuse relative a Mastronunzio è ormai effettivamente saltato: la stessa Figc non lo mette più in discussione, anzi, per la Federazione sarebbe la sua una dichiarazione irrilevante.
Se Mastronunzio fosse ascoltato, potrebbe portare all’assoluzione di Conte?
Quella di Mastronunzio è una vera cantonata, è un’accusa che non può reggere. Forse è più decisivo Stellini, e l’accusa che Conte «non poteva non sapere» quello che faceva il suo assistente. Paradossalmente è più importante lui, anche la Figc non ha fatto opposizione alla questioni degli avvocati juventini sollevate sull’infortunio dell’ex-giocatore del Siena. Secondo la Bongiorno, l’importanza di Mastronunzio sta nel fatto che l’accusa si è basata proprio su questo giocatore, ma così, venendo meno quel pilastro, mancherebbero dei riscontri alle dichiarazioni di Carrobbio. Perché, non dimentichiamolo, tutto si basa sulle accuse di questo giocatore, mai confermate da altri.
Dei tanti limiti di questo gran polverone gli unici che non sembrano ravvisare nulla sono quelli della Federcalcio, che anzi la scorsa settimana hanno rinnovato l’incarico di Procuratore Federale a Palazzi. Cosa pensa di questa decisione?
Il mio parere resta che il lavoro è stato portato avanti in maniera decisamente negativa. Al di là dei metodi, resta il fatto che sono state prodotte delle sentenze non rivelatesi poi veritiere. Non a caso, per Novara-Siena si è giunti ad una assoluzione: l’accusa di Palazzi, le pagine di giornale, le accuse della disciplinare… tutto è stato smontato in appello, e Conte prosciolto. Ma poi di casi ce ne sono tanti: Bonucci, Pepe… Il gesto del rinnovo a Palazzi è stato un brutto segno, anche perché secondo me serviva maggiore trasparenza: tanti hanno ravvisato i limiti del suo operato, perfino la Gazzetta dello Sport (salvo poi cambiare idea una volta confermato). Su di lui le perplessità erano parecchie, tutti erano scontenti perché la montagna di richieste ha partorito poi solo un topolino, e specie nel secondo filone di inchieste si è arrivati a patteggiamenti anche senza ammissione di colpa, purché si riuscisse a portare a casa qualcosa. E questo ha fatto storcere il naso a molti.
Dopo il boom di giugno, con sentenze e udienze lampo, ora il processo pare aver subito una fase di rallentamento. Come mai, secondo te, questa giustizia a due velocità?
Per come è strutturata è quasi inevitabile, perché dipende tutto dalle procure penali. Se queste inviano del materiale per poterlo esaminare tu procura sportiva puoi basarti su questo e muoverti, se invece tengono riserbo e non danno nulla, allora non riesci a fare niente. Ad esempio sembra che da Napoli non abbiano ancora passato nulla a Palazzi, perché le indagini sono ancora in corso. È un problema di difficile soluzione, perché bisogna coniugare le esigenze di indagini delle procure con la rapidità che richiede invece la giustizia sportiva. Più di questa giustizia a due velocità, il vero problema da porsi è relativo alle garanzie per chi finisce imputato: a tutti dovrebbe essere data la possibilità di difendersi. È il minimo indispensabile.