Conclave. Dolan: «Ci aspettiamo molto da un Papa “imperfetto”. La mia finestra? È quella col bucato»

Di Redazione
13 Marzo 2013
Il cardinale Timothy Dolan scrive ai fedeli una nuova lettera. Li aggiorna sul conclave e su cosa "sta imparando". Non facendo mancare qualche simpatica battuta

Nuova lettera del cardinale americano Timothy Dolan, capo della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, ai fedeli che lo seguono sul suo blog. Anche questa, come la prima, unisce profondità di giudizio a simpatici excursus, caratteristiche di questo estroverso pastore di Santa Romana Chiesa.

LA MIA STANZA IN VATICANO. «Trasferendoci in Vaticano saremo ospitati dalla casa di Santa Marta, una piccola e semplice residenza», scrive il porporato. «Spero che il conclave non duri troppo a lungo, tutto quello che so è che ho portato con me un piccolo bagaglio a mano». Perciò, se «staremo lì troppo a lungo, e se mostreranno le fotografie della casa Santa Marta al di fuori della Città del Vaticano, la mia camera sarà quella con il bucato appeso nella finestra ad asciugare!».

IL CONCLAVE. Dolan si preoccupa di ribadire ai fedeli la verità su quello che dai media viene descritto come un covo di serpi: «Il conclave è quasi come un ritiro spirituale. Noi, naturalmente, concelebreremo ogni mattina la Messa per iniziare la giornata e pregheremo la liturgia delle ore insieme. Ovviamente, si può incontrare e parlare l’uno con l’altro durante i pasti alla casa Santa Marta e durante le brevi pause tra le votazioni». Anche se «le ore effettive nella Cappella Sistina, seguiranno scrupolosamente il protocollo tradizionale, in un clima di silenzio e di preghiera. È quasi, mi hanno detto i cardinali veterani, come partecipare a una liturgia».

«PREGATE PER NOI». Dolan parla poi della sua esperienza a Roma e di quello che ha capito in «questi ultimi dodici giorni» che «sono stati immensamente illuminanti per me». Spiega: «Ho conosciuto meglio i miei fratelli cardinali. In un’atmosfera di preghiera, fiducia, gioia calma e confidenza, con conversazioni molto sincere su questioni di urgenza pastorale, e sulle sfide che la Chiesa universale e il Santo Padre dovranno affrontare». Ma il porporato non si ferma qui. E come sempre ribalta la questione con grande simpatia: «Un cardinale, dopo averne uditi altri elencare le caratteristiche che il nostro nuovo Papa dovrebbe avere, ha osservato: “Sembra che dobbiamo eleggere Cristo, non un Vicario di Cristo!”. Sì, ci aspettiamo molto dal successore di San Pietro, ma è impossibile trovarne uno perfetto». Soprattutto, «ci aspettiamo molto dai nostri vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose e gli uomini, poi di nuovo, ci aspettiamo molto dai nostri coniugi, i nostri genitori, i nostri insegnanti, i nostri leader politici, ed i nostri operatori della giustizia». Ricordando, come non manca mai di fare, che la conversione nasce da tutta la Chiesa e dal cuore di ogni persona: «Gesù – ha spiegato il cardinale – ci chiama a essere perfetti, il che ci può scoraggiare, ma – ecco la rassicurazione – ci aiuta anche con la sua grazia, e non manca mai nella sua misericordia quando sbagliamo».
Per questo, ha concluso Dolan, «vi chiedo di domandare al Signore di mandare la Sua grazia e la Sua misericordia sulla Sua Santa Chiesa, e su noi cardinali che abbiamo il gravoso compito di eleggere il nuovo Vescovo di Roma!». Poi i saluti: «Guardate la fumata bianca! Io cercherò di mettervi in contatto con voi il prima possibile dopo la fine del conclave. Resterò per la “Messa di Inaugurazione” del nuovo Santo Padre, ma spero di essere a casa, di nuovo con voi, la mia famiglia spirituale, la Domenica delle Palme prima dell’inizio della Settimana Santa».

@frigeriobenedet

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1 commento

  1. Enrico

    Troppo forte ‘sto Dolan, non sapevo nemmeno esistesse un cardinale così aperto e simpatico. Spero che molti imparino da lui, anche preti e vescovi, oltre a noi tapini.

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