«Con un test nucleare la Corea del Nord costringe il mondo al dialogo. Ma il popolo non è più orgoglioso»
Christopher Green, vicedirettore e analista di DailyNK, organo di informazione composto da rifugiati nordcoreani, tra i pochissimi ad avere contatti costanti con il popolo nordcoreano, spiega a tempi.it perché il dittatore della Corea del Nord Kim Jong-un ha ordinato il terzo test nucleare della storia del regime, perché non scatenerà una guerra e perché «il popolo non è più così fiero e orgoglioso del paese come un tempo».
Perché la Corea del Nord ha deciso di condurre il terzo test nucleare?
Perché ne otterrà moltissimi vantaggi. C’è un numero sorprendente di persone che dirà che il modo migliore di rispondere alle provocazioni di Pyongyang è dialogare con loro. Il test nucleare sicuramente li isolerà per un po’ ma costringerà anche il mondo a trovare un modo per parlare con loro. E in questo modo, loro avranno il tempo di migliorare la tecnologia nucleare e missilistica.
Kim Jong-un ha già fatto due test missilistici e un test nucleare in poco più di un anno. Se si considerano anche le sue minacce a Corea del Sud e Stati Uniti, c’è da credere che vogliano scatenare una guerra?
Kim Jong-un vuole sopravvivere e vuole che il suo regime continui a comandare il paese. La guerra sarebbe probabilmente la via più veloce per non ottenere né l’una né l’altra cosa. Per cui no, Kim Jong-un non vuole la guerra. Però è giovane e impetuoso, per cui potrebbe giudicare male qualche situazione. Fortunatamente, non è l’unica persona a comandare, per cui non penso che farà azioni azzardate.
Le provocazioni di Pyongyang aumentano la popolarità in patria di Kim Jong-un?
Non credo che lo facciano sembrare migliore ma diciamo che aiutano a cementare e mantenere al potere una dittatura che mette le operazioni militari al primo posto.
Voi avete molti contatti con i nordcoreani, che cosa pensano dei test voluti dal dittatore?
Il popolo nordcoreano di solito resta impressionato e quindi diventa orgoglioso delle abilità militari della nazione. Ma ora si sentono meno orgogliosi perché vedono che le minacce nordcoreane non hanno nessun effetto.
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