La caccia alle idee si fa sempre più difficile anche per il mondo della moda. L’ultima trovata, infatti, è casalinga. Durante le ultime sfilate parigine, Chanel ha creato irresistibili muffolette trapuntate, argentate e dorate, ma pur sempre simili ai guantoni da forno che si trovano in ogni cucina. Tuttavia, Karl Lagerfeld, l’eccentrico stilista di Chanel, non ha dimenticato di creare anche microborse adatte ad accompagnare i graziosi guantini anticaldo e le ha chiamate “Hot Kitchen” (=cucina rovente). Non molto diversamente l’ultimo negozio Energie aperto a Milano in Via Torino è affollato da commesse e commessi vestiti con grembiuli alla caviglia fatti con il tipico tessuto blu scuro di cui sono fatti i jeans. E che dire del boom della gonna-pareo? Altro non è che una grembiule più ampio da avvolgersi addosso. Sciatto è chic? Pare di sì. Basti pensare che la ciabatta è diventata l’accessorio più trendy del momento. E non importa che sia inverno o estate, né che la si porti in casa o a un matrimonio – soprattutto se chi la indossa è la sposa. Ma la sciatteria non è tutto in questo momento di confusione da fine millenio. C’è anche la fusion, la nuova forma d’arte culinaria che ama mixare elementi diversi dalle tradizioni locali d’ogni parte del mondo. Qualche esempio? La cucina giapponese si fonde a quella francese, quella indiana alla messicana e la thailandese a quella italiana. Qualche specialità? Ravioli d’anatra con fagioli neri, oppure Pizza con costolette alle spezie di Mongolia, ma anche Capesante marinate in salsa gazpacho e pomodori confits. Questo “stile” di cucina nasce negli anni ’70 in California, patria del metabolismo iperattivo, un’area povera di tradizioni gastronomiche proprie che da sempre attinge dalle culture d’Oriente ed Occidente. E perché oggi la fusion è così trendy? Perché è di moda il nomadismo culturale. In sintesi, la fusion è la risposta gastronomica alla globalizzazione. Ma purtroppo, senza radici c’è solo confusione e cattivo gusto. ([email protected])
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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