Con Fendi, Penone batte Cattelan e Pistoletto

Di Gianfranco Ferroni
23 Maggio 2017
Ha vinto la selezione una scultura composta da due alberi di bronzo che intrecciano i loro rami per sollevare a 5 metri da terra un blocco di marmo di 11 tonnellate, a largo Goldoni a Roma

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Giuseppe Penone batte Maurizio Cattelan e Michelangelo Pistoletto. Un giudizio pesante, quello uscito dalla selezione (tenuta rigorosamente nascosta da una commissione mista, pubblico/privato, per due anni) che ha permesso a Penone di installare una sua gigantesca opera nel centro storico di Roma. Merito di Fendi, sponsor dell’operazione (si parla di un investimento vicino ai 2 milioni di euro, ma le bocche sono cucite, anche sartorialmente: la cifra ufficiale potrà essere letta solamente nel prossimo bilancio) che ha permesso di offrire alla città una scultura composta da due alberi di bronzo, alti rispettivamente 18 e 9 metri, che intrecciano i loro rami per sollevare a 5 metri da terra un blocco di marmo di 11 tonnellate, a largo Goldoni. Proprio dove c’era un’edicola, fino all’arrivo delle truppe transalpine che hanno conquistato Fendi.

L’operazione viene celebrata dallo stesso artista con parole auliche: «Gli alberi ci appaiono solidi, ma se li osserviamo attraverso il tempo, nella loro crescita, diventano una materia fluida e plasmabile». Tutto pronunciato, ed è curioso, all’interno del Palazzo della Civiltà Italiana, quartier generale della maison Fendi (ora gruppo Lvmh) dove è visibile il percorso espositivo “Matrice”, curato da Massimiliano Gioni, direttore associato del New Museum of Contemporary Art di New York. Amatissimo dai francesi, tanto che a Villa Medici nel 2008 è stata ospitata una monumentale antologica, Penone ha incuriosito l’amministratore delegato Pietro Beccari, che ha raccontato il lungo pranzo nel ristorante “Settimio”, a Roma, come l’incubatore del progetto per largo Goldoni.

Ma la commissione ha vagliato anche altri progetti, prima di procedere all’assegnazione del monumentale incarico a Penone: Cattelan e Pistoletto, come dicevamo, sono stati sonoramente battuti, ma anche Roberto Cuoghi, Lara Favaretto, Monica Bonvicini, per esempio, hanno lasciato il campo. La torta era di estremo interesse, dato che nel centro storico di Roma è praticamente impossibile ottenere uno spazio per installare un’opera d’arte, ma la potenza di fuoco francese ha saputo eliminare ogni problema. E per chi tratta il mercato contemporaneo mondiale dell’arte, come Gagosian, si tratta di un’altra vittoria. Lo stato italiano e il comune di Roma ringraziano, poveri ma felici di aver trovato chi si sostituisce a loro.

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