
Coalizione a Londra: proposti esilio per Gheddafi e armi per gli insorti, che intanto arretrano – Rassegna stampa/3
I ribelli libici, giunti ormai a pochi chilometri da Sirte, ieri sono stati costretti ad arretrare. Le forze fedeli di Muammar Gheddafi dimostrano di essere ancora in grado di attaccare e strappano agli insorti Nufeila e Bin Jawad, costringendoli ad arretrare verso Ras Lanuf. Le forze lealiste nel frattempo continuano ad attaccare Misurata. La coalizione internazionale è intervenuta e ha colpito tre navi libiche, accusate di aver aperto il fuoco.
Intanto ieri 37 ministri degli Esteri e i vertici delle principali organizzazioni internazionali si sono riuniti a Londra per trattare del presente e futuro della Libia.
La Conferenza “ha deciso di costituire un «gruppo di contatto», che si incontrerà periodicamente per monitorare e dirigere gli sviluppi politici della crisi libica, ora che la gestione militare delle operazioni passa sotto il controllo della Nato. Le prossime riunioni del Gruppo saranno in Qatar e a Roma” (Repubblica, p. 8).
I negoziati, anche se non in modo esplicito, sono già cominciati. “Ieri l’Unione africana, che sebbene invitata, non ha preso parte ai lavori, ha mandato un messaggio alla conferenza in cui chiede supporto per la sua road-map, in cui disegna una possibile soluzione della crisi. […] L’Unione Africana propone «un dialogo politico tra tutte le parti» e «un periodo di transizione onnicomprensivo». Ma la comunità internazionale ha risposto senza mezzi termini: nessun dialogo con Gheddafi e il suo regime, la cui uscita di scena resta una precondizione per la soluzione della crisi” (Repubblica, p. 8).
Ieri è emersa anche la proposta di un possibile esilio per il Colonnello. L’opzione, avanzata dal ministro degli esteri Franco Frattini, vedrebbe come possibili paesi ospitanti del rais il Venezuela e lo Zimbabwe, ancora vicini a Gheddafi. Susan Rice, rappresentante americana all’Onu, avverte però che Washington non ha escluso la possibilità di fornire armi ai ribelli. Una ipotesi che anche i francesi non disdegnano ma per attuarla occorrerebbe una nuova risoluzione dell’Onu.
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