Cinema. Recensire quel che (non) passa il Covid

Di Simone Fortunato
10 Agosto 2020
Che fine hanno fatto i tanti film che dovevano uscire tra la fine di febbraio e il mese di agosto?

Alla fine è stata una tragedia. Quei due film in croce che dovevano uscire – e parlo di Tenet e di Onward, l’ultimo Pixar, mica bruscolini – non sono usciti. Rimandati a fine mese o a data da destinarsi. Una tragedia. Perché senza film, senza distributori che facciano bene il proprio mestiere, i cinema non esistono più. Si riprenderà? Boh. Intanto l’unica cosa sensata da fare è mappare la distribuzione alternativa: che fine hanno fatto i tanti film che dovevano uscire tra la fine di febbraio e il mese di agosto? Alcuni, lo diciamo già, non sono mai usciti. Altri sono finiti nel calderone dei servizi streaming, spesso a costi più elevati della sala, qualche altro titolo è stato buttato via gratuitamente facendo peraltro concorrenza alla sala.

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Cattive acque

Un fragile “squalo” in lotta per la verità

Gran film di denuncia, prodotto e interpretato magnificamente da Mark Ruffalo. Un avvocato al soldo di una multinazionale si accorge che una multinazionale avversa sta avvelenando il fiume di una cittadina. Sarà un casino. Storia ovvia, svolgimento interessante. Il film funziona perché il bravo Haynes, dietro alla macchina da presa, sta sui fatti e poco sui discorsi, soprattutto ci presenta un protagonista con mille sfaccettature, fragile, non proprio l’esempio del coraggio ma che a un certo punto decide di lottare per la verità. Ruffalo da Oscar. Quattro palle.

Regia di Todd Haynes
Febbraio-giugno (cinema)

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Gli anni più belli

Sempre bravo Muccino, ma la minestra è la solita

Melodramma diretto col pilota automatico. Sono anni che Muccino fa lo stesso film e sono anni che dimostra di essere forse l’unico regista italiano ad avere tecnica e capacità da vendere all’estero. In effetti il meglio lo ha girato proprio a Hollywood. Peccato che la sceneggiatura sia sempre la stessa e anche il modus operandi: quattro attori di punta, tutti a gridare, sentimenti che rimbalzano, il tempo che passa, la nostalgia. Due palle. 

Regia di Gabriele Muccino
13 febbraio-15 luglio (cinema)

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Il richiamo della foresta

Jack London animalista potevano risparmiarcelo

Ennesimo adattamento che però con Jack London non c’entra una beata fava. La storia riprende, più che il sanguigno autore, certi adattamenti favolistici/edulcorati della Disney (ormai proprietaria della Fox che sta dietro al film). Harrison Ford, peraltro vecchissimo, porta a spasso ’sto cane e mostra un orientamento animalista che forse non era nelle corde del grande scrittore americano. I paesaggi sono tutti ricostruiti al computer. Belli e freddi come una cartolina. Una palla.

Regia di Chris Sanders
20 febbraio-luglio (cinema)

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Bad Boys for Life

Nessuna novità, a parte la vecchiaia degli attori

Terzo capitolo della serie di Bad Boys. Ma attenzione: il primo film, peraltro poco incisivo, è del 1995. Venticinque anni pesano come bombe sulla pelle dei protagonisti invecchiati, con l’aggravante che Will Smith allora iniziava un bel decennio da protagonista a Hollywood, ora sembra un attore di secondo piano. Per dire, il suo Gemini Man, uscito qualche mese fa, è davvero brutto. Questo Bad Boys replica stancamente mosse e gag dei primi due ma non c’è un briciolo di novità. Due palle. 

Regia di Adil El Arbi e Bilall Fallah
Febbraio-giugno (cinema/Sky Primissima)

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Emma

Con Jane Austen non si sbaglia mai

Nuovo adattamento dal romanzo di Jane Austen su una ragazza indipendente e libera. È un buon adattamento, anche perché con la Austen non si sbaglia mai tanto sono ricchi i suoi personaggi e sempre efficace il mix tra registri, intrattenimento acuto, satira e sentimenti. Diretto da una regista che fino ad ora aveva lavorato solo su videoclip, è un’opera ben confezionata e meglio interpretata da Anya Taylor-Joy, già vista come inquietante protagonista dell’horror The Witch. Peccato non aver visto il film in sala. Tre palle.

Regia di Autumn de Wilde
Marzo (Sky)

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Favolacce

Famiglia sfasciatissima in atmosfera pasoliniana

Duro e cattivo film un po’ alla Pasolini e un po’ alla Dogman (grande film pasoliniano). Dirigono e scrivono i fratelli d’Innocenzo che avevano scritto proprio il film di Garrone. Che fatica. Famiglie sfasciate, una bruttura che prende tutto il contesto e tutti i personaggi. Disperatissimo e cupo, tra un neorealismo macabro e un grottesco che in più punti ci è parso autoreferenziale. I due, però, obiettivamente scrivono bene e forse in mano a un regista con più respiro renderebbero di più. Due palle.

Regia di Damiano e Fabio D’Innocenzo
Aprile (Prime Video/Sky)-luglio (cinema)

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È per il tuo bene

Commedia dell’equivoco e dei buoni sentimenti

Remake italiano firmato da Rolando Ravello di una pellicola spagnola che a sua volta prende l’intreccio scopiazzando da un film francese di buon successo come Non sposate le mie figlie. L’idea è quella che tre padri di famiglia e amici (Giuseppe Battiston, Marco Giallini e Vincenzo Salemme) impediscano in tutti i modi alle proprie figlie di mettersi con gente poco raccomandabile. Scatteranno un po’ di equivoci e si finirà annegando nei buoni sentimenti e nei cliché più triti. Tutto finto, artefatto: uno spottone alla famiglia allargata ma immaginata come quella del Mulino Bianco. Una palla.

Regia di Rolando Ravello
Luglio (Prime Video)

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Bombshell. La voce dello scandalo

Un j’accuse plastificato come le sue protagoniste

Film di denuncia laccato e tirato come le tre brave protagoniste: Nicole Kidman, Margot Robbie e Charlize Theron. I fatti sono noti e riguardano in pratica le prime accuse ai danni del vicepresidente di Fox che allungava le mani sulle dipendenti. La cosa più interessante di questo film didascalico e diretto senza troppa empatia, è la figura della Theron. Bella, con una carriera super lanciata, tutta d’un pezzo, debitrice per molti versi all’azienda e sul punto di far scatenare una guerra che avrà ripercussioni proprio sull’azienda. Però è anche vero che di questi film ne abbiamo visti già troppi. Due palle.

Regia di Jay Roach
Aprile (Prime Video)-luglio (cinema)

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Dna. Decisamente non adatti

Lillo & Greg strafanno. Erano meglio da spalle

Esordio alla regia per il duo Lillo & Greg, solitamente simpatici quando impegnati come spalle. Qui volano basso, forse preoccupati di dover gestire tempi comici, regia, sceneggiatura e attori. C’è Anna Foglietta impegnata in più ruoli mentre Lillo & Greg sono alle prese con la classica commedia degli equivoci. Manca una certa pesantezza volgare, ma mancano anche le risate. E poi mancano proprio le spalle e i buoni caratteristi, che in film di questo tipo fanno la differenza. Due palle. 

Regia di Lillo & Greg
Aprile (Prime Video/Sky)

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Il principe dimenticato

Anche i registi da Oscar a volte sbagliano tutto

Una bruttezza rara. E sì che il regista è il premio Oscar Hazanavicius, quello di The Artist. Anche qui vorrebbe giocare al cinema nel cinema con Omar Sy che crede ancora di stare sul set di Quasi amici e cerca di rallegrare la figlia adolescente che giustamente ne ha piene le palle di avere un padre così e vorrebbe trovare un boyfriend. Così lui racconta delle favole che prendono vita come se si fosse su un set. Sembra una versione buonista di Inside Out con però nessuno in grado di recitare ed effetti speciali bruttarelli. Una palla.

Regia di Michel Hazanavicius
Aprile (Prime Video)

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