
Ci scrive l’ambasciatore della Bielorussia in Italia a proposito dell’Anno della parsimonia
Le scrivo in merito all’articolo di Angelo Bonaguro “Per la Bielorussia sarà “l’Anno della frugalità” (espressione altisonante per giustificare nuove misure fiscali) apparso il 24 gennaio u.s. sul sito www.tempi.it nella rubrica “Esteri”.
Anzitutto ci tengo a precisare che contrariamente a quanto vi si afferma l’obiettivo dell’Anno della parsimonia – mi sembra questo il termine più corretto per tradurre dal russo il titolo della nostra iniziativa – è quello di “garantire un uso più efficace ed efficiente delle risorse naturali, del carburante, dell’energia, delle risorse materiali e umane, il miglioramento dell’organizzazione del sistema produttivo attraverso l’ottimizzazione dei costi, l’introduzione delle tecnologie per il risparmio energetico e di materie prime, il rispetto dei principi di economia e del risparmio da parte dei cittadini, la loro educazione nello spirito della parsimonia”. Lo stabilisce il D.P.R. n.537 del 29 novembre 2012 – il documento citato nel testo dell’articolo in modo, secondo me, troppo superficiale.
Infatti, se l’autore l’avesse letto, quel Decreto, allora non avrebbe lasciato il lettore di fronte ad una suspense fra macabro ed enigmatico, perché la “parsimonia” bielorussa è lo stesso atteggiamento che nei tempi della crisi gravante sull’economia mondiale viene adottato dai Governi di molti altri Paesi, anche di quelli assai più facoltosi e ricchi di risorse rispetto alla Bielorussia. O abbiamo dimenticato le parole altrettanto “altisonanti”, come “rigore”?
Per noi bielorussi la “parsimonia” significa anche l’uso più responsabile delle risorse energetiche d’importazione. È per questo che il mio Governo si pone l’obbiettivo – sempre nell’ambito dell’Anno della parsimonia – di abbassare la quota del consumo energetico nel Pil del 2 % nel primo, del 3 % nel secondo, del 5 % nel terzo e del 7 % nel quarto trimestre 2013, risparmiando in totale 1,43 mln. di tonnellate di carburante. Il programma delle iniziative che il Governo intende mettere in atto nell’Anno della parsimonia comprende molti altri versanti di lavoro – ben 25 punti, alcuni tra i quali assai interessanti per l’Italia, come, ad esempio, misure per la raccolta differenziata dei rifiuti. Chi vuole approfondire quest’argomento, può consultare il Decreto del Consiglio dei Ministri nr. 1253 del 29 dicembre 2012.
L’autore, però, ignora del tutto la sostanza di quanto effettivamente vuole fare il Governo bielorusso, limitandosi ad asserzioni gratuite circa attese “misure fiscali oppressive nei confronti di 10 milioni di sudditi”.
È una disinformazione sfacciata, dato che – al contrario – nel 2013 il mio Governo prevede nuove iniziative tese ad alleggerire ulteriormente la pressione fiscale sui cittadini, ad esempio, aumentando l’ammontare delle detrazioni fiscali fino a Br 550 000 (circa € 48) a persona al mese, di cui potrà godere chi percepisce un reddito mensile non superiore a Br 3 350 000 (circa € 292).
Aumentano anche altre le detrazioni previste per chi ha persone a carico, inclusi bambini. E qui inviterei chi ci legge a non dimenticare che in Bielorussia il tasso dell’imposta sui redditi dei cittadini è pari a soli 12 %!
Lo stesso vale per le “riflessioni” dell’autore sulla politica estera della Bielorussia. Che per qualche strano motivo lasciano inosservato, ad esempio, il fatto della nostra presidenza nella Comunità degli Stati Indipendenti iniziata dal 1° gennaio 2013, o quanto è stato fatto l’anno scorso per costruire non solo l’Unione doganale, ma lo Spazio Economico Comune tra la Bielorussia, la Russia e il Kazakhstan, nel quadro di un processo d’integrazione paragonabile a quello che ha portato alla creazione dell’Unione europea di oggi. Invece, l’autore si permette di essere schizzinoso nell’accennare all’amicizia tra la Bielorussia e i Paesi come, ad esempio, Cina e Venezuela, di cui andiamo fieri, ignorando che la prima è destinata a diventare l’economia più importante del ventunesimo secolo, mentre il secondo dispone di un elevatissimo potenziale nel settore degli idrocarburi, il che ne fa un partner ambito per i giganti come l’italiana ENI.
Per quanto riguarda il D.P.R. n.9 del 7 dicembre 2012 “Misure complementari per lo sviluppo dell’industria del legno”, quello non è correlato (lo si capisce anche dall’ordine del tempo) all’Anno della parsimonia, ma rappresenta un provvedimento emergenziale e “topico”, volto a risolvere criticità concrete createsi in alcune aziende statali dell’industria del legno (“Borisovdrev”, “Vitebskdrev”, Gomeldrev”, “Ivatsevichidrev”, “Mostovdrev”, “Rechitsadrev”, “FanDOK”, “Mogilevdrev”, Impianto per la lavorazione del legno di Mozyr) durante l’attuazione dei progetti del loro ammodernamento per conto dello Stato.
In particolare, si prevede che i dipendenti di queste aziende potranno firmare con i loro datori di lavori contratti aggiuntivi validi fino alla scadenza dei progetti di ammodernamento, secondo cui di fronte all’impegno del lavoratore a rimanere in azienda, esso precipiterà mensilmente un premio, addizionale al salario ricevuto regolarmente. L’inosservanza, anche colposa, degli obblighi del lavoratore firmatario che scaturiranno da questo accordo aggiuntivo, comporterà la restituzione di questo “premio di fedeltà” al datore di lavoro, volontariamente o per decreto del tribunale. Le stesse norme saranno applicate agli appaltatori diretti, progettisti e loro dipendenti che partecipano all’attuazione dei rispettivi progetti d’investimento.
Pertanto mi limito a osservare che nonostante una nota critica pervenutaci da una sola associazione sindacale internazionale – ITUC CSI IGB – questo provvedimento non è stato formalmente sottoposto al giudizio dell’OIL.
Infine, la questione del debito e sostenibilità finanziaria della Bielorussia – un altro tema che l’autore pone in modo assolutamente denigrante. Nel 2013 la Bielorussia pagherà ai suoi creditori internazionali $ 3 mlrd., di cui $ 2,3 mlrd. del debito principale e $ 700 mln. di interessi. Il nostro budget-2013 è a disavanzo zero e prevede le fonti di finanziamento degli interessi sul debito estero. Per quanto riguarda la restituzione del debito principale, ancora nel 2012 la Bielorussia si è creata un “cuscino di sicurezza” pari a $ 300 mln. raccolti dai privati attraverso l’emissione dei bond nominati in dollari. Altri $ 1,3 mlrd. saranno arriveranno dal Fondo Anticrisi della Comunità Economica Euroasiatica, mentre $ 500 mln. saranno raccolti sui mercati internazionali.
Teniamo presente che nonostante irresponsabili affermazioni dell’autore dell’articolo, al 1° gennaio 2013 la Bielorussia non ha superato i limiti di sicurezza del suo debito estero. Il nostro debito estero, infatti, è pari al 19 % del Pil, mentre la soglia di sicurezza sta al 25 % del Pil, il debito interno è pari al 5 % del Pil mentre la soglia di sicurezza sta al 20 % del Pil. I nostri esborsi per il finanziamento del debito pubblico sono pari al 6 % degli introiti del budget, mentre la soglia di sicurezza sta al 10 %. Per quanto riguarda il debito estero, si spende il 2,3 % di quanto si guadagna, mentre la soglia di sicurezza sta alla quota 10 %.
Quanto sopra per dimostrare nei fatti a Lei e ai lettori del sito www.tempi.it e del rispettivo settimanale l’inattendibilità dell’articolo oggetto di questa lettera che noi giudichiamo denigrante nei confronti della Bielorussia.
Le sarò grato, gentile Signor Direttore, se questo commento potrà essere pubblicato sul sito e nella versione cartacea di “Tempi”.
Evgeny Shestakov
Ambasciatore bielorusso in Italia
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