Chiappino: «Non solo El Shaarawy. Ecco i nuovi Buffon e Samuel che faranno grande il Genoa»

Di Daniele Guarneri
15 Febbraio 2012
Il vivaio del Genoa non ha sfornato soltanto Stephan El Shaarawy. Luca Chiappino, ex allenatore della Primavera rossoblu, fa i nomi dei giovani talenti che ha plasmato e che faranno tornare grande il club di Preziosi. E che oggi sono elementi fondamentali delle formazioni di Serie B dove sono in prestito.

Se Mario Donatelli, ds del settore giovanile del Genoa, ha il merito di scommettere sui ragazzi giusti, Luca Chiappino è l’uomo che negli ultimi anni li ha plasmati. Stiamo parlando dell’attuale allenatore degli Allievi del club ligure, con un passato da centrocampista, cresciuto nel vivaio rossoblu e con una cinquantina di presenze in Serie B con la maglia del Grifone. Appena ha appeso gli scarpini al chiodo si è messo a fare l’allenatore, sempre in casa Genoa. Tra il 2007 e il 2010 ha guidato la formazione Primavera vincendo una Coppa Italia, una Supercoppa e un campionato di categoria. Ma soprattutto ha avuto la fortuna e il merito di lavorare e plasmare talenti di grandissimo livello. E non intendiamo solo Stephan El Shaarawy. La lista è molto più lunga e interessante.

«Ci siamo resi conto fin da subito che El Shaarawy era un giocatore che prima o poi sarebbe arrivato in Serie A. Non pensavo così presto, ha sicuramente bruciato le tappe. Ha una grande tecnica abbinata a fantasia e forza nelle gambe. Ma è diverso da Pato, il brasiliano è più una prima punta. Stephan si esprime al meglio partendo da sinistra per poi accentrarsi. Quando giocava negli Allievi nazionali faceva l’esterno di centrocampo. Diciamo che può tranquillamente arrivare a 10-12 gol a stagione, che per un attaccante esterno non sono proprio pochi».

Molti ragazzi che ha allenato stanno facendo davvero bene in Serie B.
Esatto. E per me è sicuramente un onore aver contribuito alla formazione di tanti campioni, alcuni dei quali torneranno sicuramente al Genoa. Se continuano a crescere come stanno facendo, tra pochi anni saremo in grado di costruire una rosa molto competitiva per la prima squadra.

Partiamo dai portieri.
Mattia Perin è uno degli artefici delle mie vittorie con la Primavera. Ora è in prestito al Padova, non è sempre titolare ma si sta ritagliando il suo spazio. In 2 o 3 anni al massimo diventerà titolare in Serie A. Ha capacità tecniche non comuni per un giovane della sua età (1992), è veloce, agile e con un istinto pazzesco. Sulle uscite a terra è uno dei migliori della Serie B. Mi ricorda Buffon, meno alto, ma bravissimo a comandare la difesa.

Un’altro portiere è Eugenio Lamanna, classe 1989.
Eugenio ha già un curriculum nobile: due campionati vinti con il Gubbio in Lega Pro, dalla Seconda alla Prima divisione. Poi Torrente lo ha voluto con sé anche nella sua nuova avventura al Bari dove sta facendo molto bene, in una piazza difficile, dove ha avuto il compito di sostituire Gillet, oggi a Bologna. Rispetto a Perin è un giocatore molto più muscolare, sembra di rivedere Peruzzi.

Dai portieri a un difensore che quest’estate ha fatto parlare molto i quotidiani sportivi perché era entrato in orbita Barcellona.
Diego Polenta, capitano della nazionale under 20 uruguayana, anche lui in prestito al Bari. Ha grandi potenzialità, ottima tecnica per un difensore e una visione di gioco da giocatore esperto. È anche un buon colpitore di testa, ha grande grinta, non si arrende mai. È brutto da vedere, ma ha doti eccellenti. Credo possa arrivare ai livelli di Samuel, anche se tecnicamente Diego è meglio.

Tre nomi per il centrocampo.
Non ho dubbi: parto con Isaac Cofie (1991, ghanese), centrocampista del sorprendente Sassuolo di Fulvio Pea. Può giocare come play in un centrocampo a 3 o interno in un modulo a 4. Un interditore con buona lettura di gioco, non particolarmente veloce ma con un buon possesso palla. Lo paragonerei a Cambiasso per intelligenza tattica e a Thiago Motta per visione di gioco. In coppia con lui in Primavera giocava Andrea Doninelli, classe 1991, dinamico, possente e con grandi prospettive. Oggi è al Verona, altra piazza difficile dove sta facendo bene. Altro elemento da citare è Dejan Lazarevic, sloveno classe 1990. È stato un tassello fondamentale nel Torino dello scorso anno. Quest’anno è al Padova e anche lì sta facendo bene anche se non è un titolare fisso. È un attaccante esterno che fa della rapidità la sua arma migliore. Nell’uno contro uno se ti salta non lo prendi più».

E in attacco?
Richmond Boakye, anche lui ghanese e anche lui in prestito al Sassuolo. Ma è un 1993, quindi deve dimostrare ancora tutto. Può giocare come prima punta o punta esterna: è potente, con un’abilità tecnica non comune e grande determinazione e voglia di segnare. Farà sicuramente bene, bisogna lasciargli il tempo per maturare e sicuramente, in questo, Fulvio Pea è un ottimo maestro.

Alla lista vanno poi aggiunti Alessio De Bode (Juve Stabia) e Panagiotis Tachtsidis (Verona). Lo scorso gennaio il presidente Preziosi ha anche comprato la metà del cartellino di Ciro Immobile, ventiduenne attaccante scuola Juventus del Pescara di Zeman. Il ragazzo di Torre Annunziata, 17 gol in 22 presenze quest’anno, prima di rientrare a Torino passerà sicuramente dalla Liguria per farsi le ossa in Serie A. Sono loro il futuro del Genoa, se torneranno tutti alla casa madre faranno la fortuna dei rossoblu. Intanto Chiappino sta plasmando i futuri campioni che serviranno alla Primavera del Genoa per tornare a essere grande: «Tempo 2 o 3 anni e torneremo a vincere come abbiamo fatto fino allo scorso anno».

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