Nel 1969 i programmi per la produzione di armi biologiche negli Usa entrano nel mirino del presidente Nixon che decide di interromperne la produzione. Nel 1972 si arriva alla Biological Weapons Convention che impegna i paesi firmatari a interrompere la ricerca sulle armi biologiche e alla distruzione di eventuali scorte. In realtà il controllo su questo tipo di produzione risulta estremamente difficile perché qualsiasi attività riguardante virus e batteri può essere sempre giustificata con motivi di ricerca e sperimentazione farmaceutica. Non solo, sono le aziende farmaceutiche stesse che si oppongono a eventuali controlli paventando il pericolo di perdere i propri segreti industriali. I servizi segreti americani e britannici sospettano che Iran, Irak, Siria, Israele, Libia, Corea del Nord e Taiwan possiedano ancora armi di questo tipo. L’ipotesi che l’Afghanistan possa convertire gli impianti che fabbricano il vaccino contro l’Antrace a scopi bellici è stata invece smentita da esponenti della Croce Rossa che operano in quelle zone. Per quanto riguarda le armi chimiche, invece, va detto che sono state messe al bando dopo le conclusioni della Chemical Weapons Convention del 1997; conclusioni successivamente ratificate nel 2001 da più di 170 paesi. Non risulta che vi abbiano aderito Siria, Corea del Nord, Irak e Libia.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi