
Chi era Stanislao di Gesù Maria, santo oggi

Oggi papa Francesco canonizzerà Stanislao di Gesù Maria, polacco nato nel 1631 e morto nel 1701 che, nonostante la fama di santità e i miracoli eclatanti da lui compiuti ancora in vita, fu dichiarato venerabile solo nel 1992 dal santo pontefice suo connazionale, Giovanni Paolo II. Fu poi Benedetto XVI a beatificarlo nel 2007 dopo un miracolo avvenuto per sua intercessione. Al riconoscimento del secondo miracolo è stata fissata la data di canonizzazione, nello stesso giorno di quella della beata Maria Elisabetta Hesselblad.
L’INFANZIA. Battezzato con il nome di Giovanni Papczynski, nacque in una famiglia che ne segnò il carattere e la personalità. Suo padre Tomasz era un grande lavoratore, incapace di risparmiarsi. Da sua madre imparò l’amore alla preghiera che seppe sempre coniugare a un’attività operosa.
Ebbe una carriera scolastica piuttosto tormentata: a sette anni interruppe gli studi e cominciò a lavorare come pastore. Poi, dopo aver chiesto l’aiuto della Vergine, li riprese ottenendo in soli tre anni la licenza elementare. Di nuovo abbandonò gli studi, segno di un cuore inquieto, come testimoniato anche da alcuni suoi scritti, dove diversi passi sono dedicati alla lotta che sentiva combattersi nel suo cuore tra i suoi desideri e una vocazione cui si sentiva chiamato.
LA MALATTIA. La peste e la guerra lo costrinsero, adolescente, ad abbandonare il collegio e a mantenersi attraverso ripetizioni private. In quegli anni, fu consumato da una malattia infettiva che lo vide abbandonato per alcuni mesi fra senzatetto e mendicanti. E proprio quando la provvidenza di Dio pareva averlo dimenticato, mentre al freddo soffriva la fame e il dolore della carne coperta dalle ulcere, uno sconosciuto di passaggio si prese cura di lui. Di fronte agli eventi avversi Giovanni imparò così l’abbandono alla provvidenza che diventerà il suo stile di vita e che lo portò a finire brillantemente le scuole superiori. A 23 anni,entrò in convento, scegliendo l’ordine degli scolopi per la sua missione di formazione della gioventù povera.
GLI SCOLOPI. Chiamato ad insegnare, scrisse libri e manuali e fu nominato vicepostulatore del fondatore degli scolopi, san Giuseppe Calasanzio. Ma nel 1965 espresse pubblicamente il suo disappunto verso il tradimento del carisma da parte dei suoi superiori che cercavano di mitigare la regola. Avversato, non smise mai di obbedire né di tacere la verità, motivo per cui fu perfino rapito e imprigionato. Solo alla fine accettò come sacrificio supremo di lasciare gli scolopi, pur continuando per tutta la vita a sostenerne le opere educative.
IMMACOLATA CONCEZIONE. Fuoriuscito, chiese di fondare un ordine mariano da dedicare all’Immacolata Concezione, allora non ancora dogma, ma che Stanislao desiderava difendere e proclamare. Tutto sembrava pronto per l’avvio, ma quando Stanislao si rifiutò di dedicasi alla contemplazione il vescovo ausiliare di Cracovia, Michal Oborsky, ritirò il suo appoggio. E così anche altri suoi compagni lo abbandonarono e lo calunniarono, descrivendolo come un uomo rigido e malvagio. Scoraggiato, si arrese, tanto che nel 1676 chiese di rientrare negli scolopi, ricevendone un rifiuto. Quando ormai non aveva più energie, riconsegnò il suo proposito a Dio.
LAICI E POLITICA. Solo nel 1701, tre mesi prima della sua morte, l’ordine ricevette l’approvazione pontificia. In questi anni, oltre a dedicarsi ai poveri si spese per la formazione dei laici, convinto che anche a loro fosse chiesta la santità, soprattutto in un momento in cui il potere in Polonia era corrotto. Stanislao attaccò sempre pubblicamente il governo che si inchinava «davanti al nemico» e non smise mai di richiamare i cattolici all’impegno politico.
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