Che pizza con l’ananas la retorica del Pride Milano

Di Caterina Giojelli
29 Giugno 2019
Al grido di "Non esistono unioni sbagliate" anche Just Eat salta sul carro della manifestazione dell'orgoglio. Facendo la morale su qualcosa di universalmente impossibile da digerire

Fermi tutti: c’è una fetta di pizza che cammina tutta contenta quando avvista, dalla parte opposta della strada, un fascinoso ananasso alla fermata del tram. Lo vede una, due, tre volte. All’inizio lui se la tira un po’, poi finalmente un giorno, invece di salire sul tram, decide di rischiare le infruttescenze attraversando il traffico per correre incontro alla pizza. Non siamo impazziti: Just Eat, sponsor di Milano Pride 2019 ha lanciato un corto animato in cui si celebra «la storia romantica tra una fetta di pizza e un ananas, con l’obiettivo di trasformare un piatto controverso in un vero e proprio simbolo della libertà di scelta, attraverso il messaggio “non esistono unioni sbagliate».

PIZZA E ANANAS, TRE METRI SOPRA IL CIELO

Ma torniamo alla storia romantica tra la fetta di pizza e l’ananas: il sogno d’amore dei due sulla spiaggia al tramonto s’infrange per colpa di un gruppo di delfini bulli che deridendoli assumono le sembianze di retrivi cittadini. Scherniti e beffati dalla folla, la pizza, spaventata, molla l’ananas. Eccola, vagare nuovamente sola per la città mentre intorno a lei è tutto uno sbocciare d’amore: una coppia di anziani sulla panchina, due uccelli sul ramo, due omosessuali. Allora la pizza ha uno scatto d’orgoglio e parte alla ricerca dell’ananasso del suo cuore.

«Abbiamo voluto mettere in luce come i pregiudizi possano nascondersi nelle piccole cose, a prima vista innocue – ha spiegato Miloš Obradović, executive creative director di Akqa che ha firmato la campagna “Just amore” per la celebre app di food delivery –. Quindi anche quando pensiamo di non averne, non dobbiamo abbassare la guardia. La pizza all’ananas ci è sembrato un caso emblematico: siamo liberi di scegliere se mangiarla oppure no, quindi perché discriminare chi la ama?». Morale di questa «storia di passione e pregiudizi»: la pizza ritrova il suo ananas e i due possono finalmente baciarsi sotto i lampioncini di un parchetto dove la gente, coppie, amici, anziani, bambini è felice, non si cura di loro e sopra la città splende un tramonto rosso pummarola.

DALLA GAYSPIRINA AL RAINBOW-WASHING

Leggiamo che dal 27 al 29 giugno nella “Pride Square” di Porta Venezia viene distribuita gratis la pizza con l’ananas e che il bacio tra i due viene proiettato sul maxischermo di piazza Oberdan. Va bene: gira anche la Coca Cola con l’immancabile t-shirt Love Unites, il panino Proud Whopper “We are all the same inside” di Burger King, la “Rainbow cake” di Deliveroo, i preservativi “Milano Pride” della Durex, il video “la famiglia è una sola” del sito immobiliare Idealista dove limonano alla finestra coppie di ogni genere, le caramelle Lesbotan, Gayspirina, Bisexicillina, Trans Effect, Queerenol, Intersexen distribuite a mo’ di farmaci dall’agenzia creativa M&C Saatchi, il vino dell’enoteca Tannico edizione arcobaleno, l’acqua Linfa Unicorno di Acqua Vitasnella, il cocktail Jack Rainbow di Jack Daniel’s.

CI SCUSIAMO CON GLI AMICI ANANAS, MA…

Va bene: sul carro dei diritti sono saliti tutti, siamo senza ombrello sotto un temporale di pubblicità, l’uguaglianza e la lotta alle discriminazioni è diventata allegro merchandising, la moderna famiglia arcobaleno ha fatto la fine di quell’altra mangiabanane (buona per gli spot da Mulino Bianco Molto Progressivamente Aggiornato), le conquiste di civiltà sono l’elisir di lunga e facile facile immagine aziendale (“rainbow-washing”: l’hanno chiamata così i Giovani Democratici di Milano l’operazione di Deliveroo e Just Eat che con «paghe misere e tendenti al cottimo, niente sicurezza e assicurazioni inadeguate, nessuna trasparenza e chiarezza nella valutazione dei lavoratori» calpestano i diritti dei rider difendendone altri decisamente più convenienti dal punto di vista del marketing). Ma proprio ora che è tutto chiaro, che non possiamo fare a meno di mangiare, bere, abitare, sollazzarci in un mondo più Lgbtqetc, ecco la trovata di Just Eat a riscuoterci dalla sbornia arcobaleno: come ha già commentato qualche sano mangiapizza sui social di Just Eat «ho tanti amici ananas ma questo non posso accettarlo».

La pizza non si tocca come non si tocca la mamma, perché, lo abbiamo sempre detto e grazie alla morale indigeribile di Just Eat possiamo ricordarlo, il problema in tema di diritti non è l’unione ma la genitorialità. E da una pizza con l’ananas non è mai nato niente di buono. Solo corazzate kotiomkin.

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