Con l’elezione di Leone XIV mi auguro che i cattolici riscoprano un certo ardore per la vita nella fede. Non in modo emotivo o fanatico, ma secondo un ideale di verità e speranza, per non consegnare l’esistenza al nulla che continuamente la minaccia
Il saluto di papa Leone XIV ai fedeli accorsi in piazza San Pietro per la sua elezione, 8 maggio 2025 (foto Ansa)
Scrivo sotto l’impressione, non da poco, dell’elezione del nuovo papa Leone XIV. Mi unisco al coro, o meglio all’alluvione di cronache e commenti che da settimane occupa i media di ogni ordine e grado. Si dice che la cristianità sia in crisi, ma mi pare che mai le vicende finali e iniziali di un papato siano state seguite con l’intensità odierna. Per essere un mondo che si avvia alla miscredenza e all’ateismo, l’interesse per Papa e clero è veramente imponente. D’altra parte, è giusto così: la Chiesa con la sua proposta, proveniente da una tradizione bimillenaria che si manifesta ricchissima e affascinante, lo merita. Tutto avviene in un ambiente di capolavori, il colonnato del Bernini, piazza San Pietro, la Sistina, che fanno letteralmente girare e alzare la testa, per vedere e guardare.
Non aggiungo niente allo sproposito di articoli e servizi usciti in questi giorni. Osservo solo che di originali, “diversi”, ce ne sono stati pochi. La stragrande maggioranza dei giornalisti ha tenuto...