C’era una volta in America di nuovo al cinema (e noi abbiamo un déjà-vu)

Di Paola D'Antuono
12 Ottobre 2012
Il capolavoro di Sergio Leone di nuovo al cinema il 18 ottobre, con 26 minuti inediti. Un'idea ormai ricorrente per rimpolpare le sofferenti casse delle nostre sale.

Cosa fare quando non si hanno nuove idee? L’esperienza insegna. Basta mettere mano alla vecchia opera con qualche ritoccatina qui e là, qualche aggiunta, una sapiente operazione di marketing e di restyling e il gioco è fatto. Chissà se al buon Sergio Leone questo discorso sarebbe piaciuto o no. Purtroppo non lo sapremo mai, intanto il 18 ottobre al cinema torna il suo ultimo film, C’era una volta in America. Il capolavoro del maestro prematuramente scomparso è stato presentato all’ultimo Festival di Cannes in una versione restaurata ed estesa, con 26 minuti di scene inedite, per un totale di 4 ore e 19 minuti. Sei blocchi di scene, che la Cineteca di Bologna ha meticolosamente inserito all’interno del film utilizzando la sceneggiatura e i fotogrammi in testa e in coda alle scene inedite per individuare la scena esatta.

DEJA-VU. Un’iniziativa bellissima, non c’è che dire, che sicuramente verrà premiata al botteghino, ma è solo l’ultima di una serie di eventi simili che come scopo hanno quello di rimpolpare le casse sofferenti dei cinema italiani. Titanic, E.T., La bella e la bestia, il film dei Beatles Magical Mistery Tour, i Blues Brothers, Nemo, Il re leone, negli ultimi mesi i grandi classici della cinematografica disneyana e mainstream sono tornati in sala, anche per un solo giorno, con i pretesti più diversi, il restauro, l’aggiunta del 3D, le scene inedite, gli anniversari di uscita, le morti e le nascite degli attori, nuovi doppiaggi. Facile poi prevedere che, all’uscita dalla sala, gli spettatori finiscano con l’esclamare quella frase che gli autori degli anni 2000 detestano tanto: «Certo che il cinema di una volta…».

@paoladant

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2 commenti

  1. Trovo fuori luogo il tenore di questo articolo per un capolavoro come C’era una volta in America. Non mi pare che gli eredi di Sergio Leone abbiano bisogno di far cassa, né tanto meno la Regency film.
    Ma si sa, criticare è lo sport nazionale di noi italiani.

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