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Esiste il male. L’atto criminale. Il femminicidio. La volgare considerazione che la vita dell’altro vale solo quando di mia proprietà. Esiste l’ingiustificabile. Ed esiste anche lo squallido voyeurismo dei media, che a dirla tutta, asseconda la sete e la voglia di giustizialismo di un “popolo” che ha abdicato a tale definizione, quando ha perso un ideale o un Dio da difendere. Il caso che nella prossimità ci è più vicino è quello del padre di Filippo Turetta. Quella conversazione gettata nella fanghiglia dell’urlo vietnamita, è stato un atto senza senso, anzi è stato il voyeurismo condotto sino alla sua perversione. Ora, il ragazzo subirà il carcere, il suo gesto è palese, senza dubbi. Ergastolo.
Ora, ammettiamo che il padre abbia sbagliato tutte le parole. Ma è un padre. Non stava giustificando un quattro in pagella, si trovava al cospetto di un figlio che ha deciso di non ripugnare, di stargli accanto nonostante l’orr...
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