Caro Formigoni, grazie per la tua lettera e il tuo coraggio

Di Redazione
07 Giugno 2019
Le reazioni dei lettori dopo la missiva in cui l'ex presidente lombardo ha raccontato la sua quotidianità in carcere

Pubblichiamo di seguito altre lettere giunte in redazione dopo la condanna di Roberto Formigoni e dopo la missiva che l’ex governatore ci ha inviato, raccontando la sua detenzione a Bollate. Per scrivere a Tempi: [email protected]. Per scrivere direttamente a Formigoni: Carcere di Bollate, via Cristina Belgioioso, 120, 20157 Milano – Italia. Siate intelligenti e prudenti in quel che scrivete nei messaggi. Che siano testimonianze d’affetto, lasciate perdere altre considerazioni. Noi provvederemo ogni mese a mandargli Tempi con una copia dei vostri messaggi.

Caro Roberto, non ci conosciamo direttamente ma volevo ringraziarti per quello che hai scritto al direttore di Tempi, che ho letto questa mattina. Ti ringrazio perché è una testimonianza di positività vissuta in una circostanza dura e triste come quella del carcere. È bello vedere come l’esperienza cristiana che viviamo porta un valore, non “aggiunto”, ma indispensabile per vivere con pienezza tutto quello che accade. Ti ringrazio anche in quanto preside di una scuola paritaria, perché il buono scuola è un esempio reale di welfare in sostegno alle famiglie e ancora oggi, tanti dei miei alunni possono frequentare la nostra scuola grazie al tuo impegno in favore della libertà di scelta. In bocca al lupo per tutto. Che il buon Dio ti sostenga in tutto, ti sono vicina.
Gloria Coscia Gallarate

Ho letto la sua interessante lettera pubblicata da Tempi. Vedo che reagisce alla Sua nuova vita nella maniera più intelligente possibile, da par Suo. Complimenti. Tanti cari auguri. Continui così.
Mara Fortugno

Ogni tanto mi capita di pensarla: come vivrà in carcere? cosa farà? La lettera che Lei ha scritto è un conforto alla mia vita quotidiana, a non perdere tempo, a vivere ogni istante “come se fosse l’ultimo” (Sally – Vasco Rossi). La ringrazio per la testimonianza che mi ha dato, che ha il valore di dire a tutti quello di cui è capace il cuore umano, qualunque situazione sia costretto ad attraversare.
Vittorio Pompei

Desidero far giungere al governatore Formigoni i più sentiti auguri di Buon Onomastico. Sono il Sacerdote Salesiano, già missionario nelle Filippine. Il governatore assisteva quasi tutte le sera alla Santa Messa che celebravo alle ore 18.30 negli anni 2007-2011 e oltre. Gli ho sempre promesso le mie preghiere per lui e non vengo meno a questa promessa. Buon Onomastico… mi piacerebbe fargli visita ma è troppo complicato. Grazie per la lettera del 3 Giugno. Rispetto alle prigioni filippine, quella di Bollate (?) è una reggia. La speranza non deve mai venir meno.
Giovanni Arienti

Carissimo Roberto, ero convinto e auspicavo che avresti dato testimonianza che si può vivere così, anche nel carcere subìto ingiustamente! Grazie, ti abbraccio forte!
Massimo da Cesena

Caro Formigoni, ti ricordo presidente di quella breve esperienza di politica sociale che fu il “Movimento Popolare” negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso. Anche se con altri amici venivamo a Milano da luoghi lontani e ci vedevamo insieme a te per poche ore, ci muoveva l’ingenua baldanza della gioventù e dell’amicizia che ci legava. Un’amicizia nata da un’esperienza di fede che ci spronava a non avere paura di portarla in ogni campo sociale e politico. Poi tu hai fatto politica a tempo pieno, mentre io insieme ad altri facevo il mio mestiere, il medico, con l’associazione che avevamo formato per l’assistenza sanitaria gratuita agli stranieri nella Perugia degli anni ’80. Queste esperienze sono terminate, con il positivo ed anche il negativo che il mondo riserva in particolare a chi è libero dentro, ma l’ingenua baldanza di poter guardare sempre tutto, esaminare tutto e trovarci, trattenere il meglio non si è affievolita in noi, se ho letto bene la tua ultima lettera. È per questo che ti scrivo, per dirti che dopo tutti questi anni in questo strano modo ci siamo rincontrati e ringraziarti.
Francesco Cerami, Perugia

Buongiorno presidente Formigoni. Abbiamo letto su Tempi del 3 giugno la sua giornata e il suo coraggio. Grazie per questa sua virtù quotidiana che a tanti manca di fronte anche a piccole difficoltà. Siamo un gruppo di persone che amano il proprio paese: Borgonovo Val Tidone di Piacenza. Un viale di ippocastami lo circonda. Al suo posto tanti anni fa lo facevano le mura a difesa delle incursioni dei pavesi. Al centro la Collegiata dedicata all’Assunta dove non mancherà ogni domenica una preghiera per lei e per le persone che condividono le sue giornate. Un saluto cordiale.
Gianni Buffoni
Ferrari Emanuele
Tiziana Fusaro

Carissimo Roberto, mi permetto di darti del tu anche se non ci siamo mai incontrati poiché ti conosco da quando eri il “numero 3” alle elezioni europee e facevo campagna elettorale (per quanto fossi ancora molto giovane) con i miei genitori. Mi ricordo ancora la telefonata dei miei la sera delle elezioni dalla sede della tua festa dove loro con tanti amici avevano preparato una grande torta per la tua elezione. Da allora ti ho sempre seguito a distanza nella grande rivoluzione che hai portato in Lombardia per il bene di tutti, lombardi e italiani. Ora ti sono vicino col pensiero e la preghiera sperando che giustizia sia fatta e tu possa uscire al più presto. Intanto grazie alle tue lettere vedo che il tuo modo di essere e di vivere sta portando frutti anche dove ti trovi ora. Magari tutta quella gente che incontri stava aspettando proprio te, e ti è stato chiesto di dire sì a una croce come è successo tempo fa a Nostro Signore. Abbi fede e pazienza, mille anni sono come un turno di guardia nella notte. Con grande affetto,
un abbraccio.
Claudio

Caro direttore, le scrivo per inviare affettuosi saluti al Presidente Roberto da parte della nostra famiglia. Non lo conosco direttamente ma so per esperienza personale il disagio e la sofferenza di certi momenti. Gli assicuriamo tutta la nostra vicinanza e preghiamo per lui affinché questa croce lo renda più forte, sicuro e veramente gioioso. Con stima e affetto
Ing. Enrico Bistocchi e famiglia, Terni

Ho letto la Sua lettera del 3 scorso e la sto meditando. Stamattina ho letto anche il commento che ne fa Vittorio Feltri, che condivido eccetto che su un punto: la fede in Cristo vincitore del mondo e delle potenze del padrone del mondo, quella fede che il buon Feltri non ha – ancora – in modo esplicito, unisce Lei a me e a tanti fratelli. E dà a Lei e a tanti come Lei in giro per il mondo quella fortezza che Lei ci ha raccomandato entrando a Bollate. Io prego perché non Le venga mai meno. E La ringrazio per a testimonianza che ci sta dando, così preziosa soprattutto in questi tempi nebbiosi… Si ricordi un po’ anche di me nelle Sue preghiere.  Grazie!
Mario Caccia
Santuario della B.V. dei Miracoli, Corbetta

Roberto, ho appena letto il tuo racconto dal carcere. Io credo in Cristo Signore proprio perché ci sei tu e tu e tu! Se non ci fossi tu come potrei credere a Gesù? Guarda è semplice, me lo ha detto il cuore mentre leggevo la tua lettera ed al cuor non si comanda. Grazie. 
Claudia Mazzola da Brescia

Caro Roberto, ho letto la tua lettera apparsa su Tempi il 3\6 e mi è venuto spontaneo scriverti. Da 10 anni a Brescia con alcuni amici promuoviamo la manifestazione “Il mese letterario”. Per la città è ormai diventato un appuntamento per la città, circa 800 presenze a serata di cui la maggioranza giovani. Uno degli incontri di quest’anno verteva sulla figura di Seneca e il relatore era l’amico Capasa che ha scritto un articolo sul tema della serata che mi sembra molto pertinente con quanto racconti nella tua lettera. Ciao.
Giorgio Mottinelli

Caro Roberto, gli esercizi della fraternità di quest’anno hanno posto la domanda “cosa regge l’urto del tempo?”. Già, cosa regge l’essere condannato a 5 anni e 10 mesi mesi di reclusione, dopo aver contributo con il proprio lavoro per 18 anni a fare della Lombardia la regione più all’avanguardia d’Italia? E sopratutto dov’è la misericordia infinita del Padre incarnata in Gesù e testimoniata nei vangeli?
La società di oggi si presenta a noi in maniera drammatica: genitori incapaci di educare i figli, uomini che non tollerano di condividere il proprio paese con altri uomini, cattolici incapaci di esprimere una proposta culturale e politica all’altezza delle sfide del presente, discorsi e teorie che impediscono il compiersi di un’esperienza vera.
Cosa è rimasto di Dio nel mondo, in Italia e in ultimo nelle nostre povere vite?
Mi verrebbe da dire nulla, se non fosse che in fondo al mio cuore domina prepotentemente una speranza, la speranza che Dio (come dicono i salmi) non ci lascerà vacillare nelle mani dei nemici. Per meno di questa speranza oggi, all’età di 43 anni, sarebbe per me impossibile alzarmi la mattina, prendere la mia zavorra e andare a lavorare in un presente che sembra non entrarci nulla con i desideri elementari del mio cuore.
Questa speranza è negli occhi curiosi e ansiosi di conoscere il mondo di mio figlio, nella stanchezza fiera di mia moglie, nelle parole degli amici che fedelmente mi accompagnano non scandalizzandosi eccessivamente dei miei limiti e difetti, ma sopratutto questa speranza è nel mio cuore. Sì!!! Come diceva Giussani, nell’intervento che abbiamo ascoltato alla giornata di inizio d’anno, la speranza è in me, è dentro di me. Io me la ritrovo addosso e ti ringrazio, tu sei in carcere ed io mi sento di dirti grazie, perché anche se non ci conosciamo di persona, sono certo che sei lì anche per me a pagare un fio che è di tutti, perché tutti potremmo essere lì al tuo posto e non perché siamo dei delinquenti incalliti, ma perché con il nostro modo di vivere pieno di contraddizioni ma allo stesso tempo saldo per via di quello che abbiamo incontrato, siamo scandalo al mondo. 
Ti assicuro che potrei esserci io al tuo posto e non perché ho commesso reati, ma perché ho peccato anch’io, semplicemente perché sono un uomo.
Per questo ti ringrazio, ti abbraccio e ti accompagno con la mia preghiera, che possa essere per te un sollievo nei giorni più duri.
Antonio Panasiti

Foto Ansa

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