Contenuto riservato agli abbonati
La mostra “Caravaggio 2025” (a cura di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi, Thomas Clement Salomon e visitabile a Palazzo Barberini sino al 6 luglio) è considerata a buon diritto l’evento culturale di maggior spicco concomitante al Giubileo.
Ventiquattro dipinti, cui si aggiunge l’accesso al murale che decora il soffitto di un piccolo ambiente, già gabinetto alchemico del cardinale Del Monte, nel Casino Boncompagni Ludovisi (Roma), dove il pittore si autoritrae nudo, di sotto insù, in tre pose diverse, per prestare il proprio sembiante ad altrettante divinità pagane, la Terra, l’Aria e il Fuoco, ricorrendo all’artificio di uno specchio posto a terra che garantisce una visione totale e impudica del suo corpo tarchiato e del suo brutto muso, nel quale balza all’occhio un che di feroce. Siamo nel 1598. Un paio di anni dopo, il Caravaggio avrebbe dato il suo rivoluzionario contributo alle arti del Giubileo del 1600, realizzando nella cappella Contarelli in San Luigi dei Frances...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno