
La California vuole che tutta l’America sia la California

La California vuole che tutta l’America sia la California: il procuratore generale democratico Rob Bonta ha aggiunto Florida, Arkansas, Montana, North Dakota e West Virginia all’elenco – che ora comprende 17 stati – in cui i viaggi dei dipendenti statali sono vietati se non in circostanze limitate. Il motivo? Le leggi che discriminano gli Lgbtq.
«Bisogna essere chiari. Ci troviamo nel mezzo di un’ondata senza precedenti di bigottismo e discriminazione in questo paese – e lo Stato della California non la sosterrà». Invece di concentrarsi sulla risoluzione di problemi reali come armi, violenza, pandemia, economia, ha spiegato Bonta, i cinque stati appena aggiunti alla lista dei viaggi di Stato vietati hanno preferito «demonizzare i trans». Come? Presentando quest’anno disegni di legge che impediscono ad atleti trans di gareggiare in competizioni femminili o tutelano l’obiezione di coscienza eccetera.
I travel ban della California
Riassume l’Ap: «Florida, Montana, Arkansas e West Virginia hanno approvato leggi che impediscono alle donne e alle ragazze transgender di partecipare a sport scolastici coerenti con la loro identità di genere». Il North Dakota ha poi firmato un disegno di legge che consente ad alcune organizzazioni studentesche finanziate con fondi pubblici di limitare l’adesione degli studenti Lgbtq senza perdere fondi. L’Arkansas ha approvato la prima legge che vieta ai medici di fornire terapie per la transizione di genere ai minori, a prescindere dal desiderio dei genitori e delle raccomandazioni di altri operatori sanitari.
Pertanto la California si riserverà di bloccare viaggi ritenuti inutili, come quelli per tenere conferenze o frequentare corsi di formazione dei dipendenti statali in Stati che discriminano i trans. Una posizione che non gode di reciprocità: dalla Florida all’Arkansas, nessuno dei paesi nella black list di Bonta si sogna di impedire ai propri cittadini, funzionari dello Stato, di raggiungere o meno la California in base alle leggi che promuove.
L’arruolamento nell’esercito Lgbt
«Stiamo alla creazione dello Stato giacobino in America», ha commentato Rod Dreher, pubblicando foto di una “celebrazione militare obbligatoria dell’orgoglio Lgbt”. Del resto è da maggio che sul canale YouTube dell’esercito americano vengono proiettati video di reclutamento arcobaleno come quello di Emma, una ragazza cresciuta da mamme lesbiche che si arruola per «frantumare gli stereotipi». L’annuncio paragona il suo arruolarsi nell’esercito con la sua esperienza nelle manifestazioni del Pride: in entrambi i casi, si «combatte per la libertà».
Football is queer
E la libertà è per tutti. Peccato che in America sia diventata una cosa sola: la National Football League ha twittato il suo sostegno agli Lgbt con un video che annuncia: «Football is gay. Football is lesbian» e via così: Football is queer, is transgender etc.
«Non mi interessa se il football è gay. Non mi interessa se il football è anti-gay. Voglio che il football sia il football» ha tuonato l’intellettuale americano scagliandosi, come ha ben scritto in Live Not By Lies contro la vera ondata bigotta e illiberale americana: quella alzata dai progressisti per inculcare una coscienza politica che travolge tutti gli aspetti della vita quotidiana. «Questo, ha avvertito Arendt, è il segno che una società sta maturando per il totalitarismo, perché questo è l’essenza del totalitarismo: la politicizzazione di tutto».
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