Buttafuoco: «I giochi della politica siciliana del gatto Lombardo e la volpe Fini»

Di Chiara Rizzo
03 Settembre 2012
Intervista al giornalista del Foglio: «Fini e Lombardo lavorano per salvare la poltrona. Sono loro i responsabili della candidatura di Micciché, ma il vero obiettivo è salire sul carro vincente del centrosinistra».

«Ci vuole l’antitetanica a districarsi tra le vicende siciliane» ha scritto in un articolo sul Foglio il giornalista siciliano Pietrangelo Buttafuoco. E il perché lo si comprende leggendo tra le righe dei movimenti tellurici che stanno attraversando la politica siciliana impegnata nel dopo Lombardo. Gianfranco Micciché, del Grande Sud, un giorno si presenta come candidato del Pdl, il giorno dopo si ritira per lasciare spazio a Nello Musumeci (La Destra), candidato unico per il centrodestra, e quello dopo ancora si ripresenta in campo, come avversario di Musumeci, sostenuto dall’Mps di Lombardo. Intanto il centrosinistra si allea con l’Udc per sostenere l’ex sindaco di Gela ed ex Pdc Rosario Crocetta. Un gioco di specchi, dove i concetti di destra o sinistra si confondono e dove, più probabilmente, come racconta Buttafuoco a tempi.it, esistono invece «il gatto e la volpe, due “burattinai” che stanno manovrando le alleanze con un unico obiettivo: andare a Roma e non perdere la poltrona».

Lei scrive che quello che sta avvenendo in Sicilia, con la caduta di Lombardo e le candidature in vista delle elezioni, è tutta colpa della “buttanissima autonomia siciliana”.
Dopo essere stato felicemente orgoglioso dell’identità siciliana al punto da immaginare l’isola quasi come una realtà nazionale, un’Irlanda del sud, alla luce dei risultati politici di questi ultimi anni mi sono convinto che il danno ai siciliani lo ha fatto proprio l’autonomia. Perché noi non abbiamo il minimo senso civico e mi sono convinto che aveva ragione Giovanni Gentile quando definì la cultura siciliana come ricettacolo di scelte minute, periferiche. Questi ultimi anni sono stati devastanti, sia dal punto di vista politico sia da quello sociale.

Chi sarebbero i due grandi “burattinai” che si celano dietro i giochi di candidature e alleanze in atto in questi giorni?
Due amici e compari, una sorta di gatto e volpe della politica minuta: Raffaele Lombardo e Gianfranco Fini. Entrambi, soprattutto Fini, rischiano di sparire dalla scena politica. Per cui si stanno giocando il tutto per tutto. L’episodio siciliano delle candidature serve a far capire che hanno individuato un “coagulo”, in questo caso Gianfranco Micciché, per mettere insieme tutti i nemici del fronte democratico. Il ragionamento tanto di Fini quanto di Lombardo è che le prossime elezioni saranno vinte di certo dal centrosinistra. Allora è di là che bisogna buttarsi. Ma come spiegare all’elettorato moderato di votare per Crocetta? Meglio puntare tutto su un diversivo dal centrodestra, che in questo caso è appunto Micciché.

Ma Micciché non era in rotta sia con Lombardo che con i finiani, soprattutto siciliani, sostenitori dell’ex governatore?
Micciché si è trovato costretto in questa situazione. È andato a incontrare Berlusconi, è uscito dall’incontro e si è presentato come l’uomo del Pdl. Solo dopo ha analizzato freddamente la situazione e si è convinto che l’unico che avrebbe potuto vincere per il centrodestra, la vera “macchina elettorale invincibile”, l’unico su cui nessuno può costruire un agguato politico-giudiziario è Nello Musumeci. Perché questo è davvero Musumeci. Ma a questo punto è entrato in campo Fini che odia Musumeci, perché è stato sempre un recordman in ogni tornata elettorale: negli anni del Msi Musumeci ha sempre umiliato Fini superandolo nelle preferenze e ricordiamo che nel 2006 Musumeci raccolse quei 35 mila voti che avrebbero comportato la vittoria per Berlusconi su Prodi, non fosse stato che già allora Fini preferì scaricarlo. Ha sempre tenuto ai margini Musumeci. Ora Fini si è messo all’opera, ha approfittato del suo rapporto con Lombardo e per la propria sopravvivenza (la cosa bella di questi “autonomisti” infatti è che puntano tutti ad avere poltrone a Roma) hanno pressato per convincere Micciché a tornare in campo. Quello ha creduto al “gatto e alla volpe” e sta facendo come il Pinocchio del campo dei miracoli, si aspetta che le monetine fioriscano dagli alberi. Non ha capito che Fini e Lombardo intendono trasferirsi tutti sul carro di Crocetta, il carro dei vincitori.

E Crocetta? Che opinione si è fatto del candidato del centrosinistra?
È un simpatico personaggio, più che una personalità, lo si può notare da certe uscite che lo rendono caricaturale. Come ha scritto anche Aldo Grasso, Crocetta è pronto per l’Isola dei famosi. Per questo è un grande bluff: e il furbo Lombardo gli si è messo subito dietro. D’altra parte, tutti quelli che fino a oggi hanno sostenuto Lombardo, come Beppe Lumia e Antonello Cracolici del Pd, sono già su quel carro vincente. L’amico Lombardo potrà salire anche lui senza nessun problema. Tutto è possibile in Sicilia.

Insomma, cambierà tutto per non cambiare come al solito?
Musumeci può vincere solo se anche in Sicilia arriva il voto libero dell’opinione pubblica, mentre le clientele sono senza dubbio garantite dal lombardismo. Voglio ricordare che Musumeci ha sempre fatto campagne smaglianti e potenti con un voto trasversale: potrebbe farcela.

 

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