
Nuovo attentato islamista in Burkina Faso: 1.800 vittime solo nel 2019

Non si fermano le violenze in Burkina Faso. Sabato i terroristi islamici hanno attaccato (di nuovo) la città di Silgadji, uccidendo tra le 30 e le 50 persone. Gli estremisti «hanno circondato gli abitanti nel mercato del villaggio, separandoli in due gruppi. Gli uomini sono stati giustiziati e le donne sono state obbligate a lasciare il villaggio», ha rivelato una fonte al Guardian. Le forze di sicurezza stanno cercando di entrare nel villaggio ma «gli accessi potrebbero essere bloccati da delle mine artigianali».
NEL 2019 ALMENO 1.800 VITTIME
Se nel 2016 circa 80 persone erano morte nel paese della regione del Sahel a causa di attentati terroristici, le cifre sono salite in modo vertiginoso l’anno scorso, quando sono state uccise circa 1.800 persone. L’attacco di sabato segue quello di inizio mese in due villaggi della provincia settentrionale di Sanmatenga, dove 36 persone sono morte. I terroristi avevano già colpito il villaggio nell’aprile dell’anno scorso, giustiziando un pastore protestante e altri quattro cristiani fuori dalla loro chiesa.
GIÀ 560 MILA SFOLLATI, 8 MILIONI SENZA SCUOLA
I continui attentati hanno già causato 560 mila sfollati nel 2019, che hanno perso le loro case. Le prime vittime delle violenze nella regione sono i bambini e secondo l’Unicef l’anno scorso 670 mila minori hanno perso la loro casa. Secondo un rapporto dell’agenzia pubblicato martedì, più di 8 milioni di bambini di Burkina Faso, Mali e Niger non possono più andare a scuola a causa delle violenze.
Secondo gli esperti, il Burkina Faso «è tornato indietro di 15 anni a causa delle violenze. Un terzo del paese presenta problemi di sicurezza», spiega il rappresentate dell’Unicef nel paese, Anne Vincent, alla Cnn. Il timore è che gruppi terroristici come lo Stato islamico o Ansaroul Islam possano espandersi dalla regione nell’Africa occidentale. «Se il Burkina Faso perde questa battaglia, l’intera regione potrebbe essere persa».
LA SITUAZIONE DEI CRISTIANI È DRAMMATICA
Particolarmente drammatica è la situazione dei cristiani, come affermato da monsignor Justin Kientega, vescovo di Ouahigouya: «Stanno mettendo in atto una propaganda islamista e cercano di innescare un conflitto tra religioni in un paese in cui cristiani e musulmani sono sempre andati d’accordo. Il livello di insicurezza è senza precedenti. Le potenze occidentali devono fermare chi commette questi delitti, anziché vendere loro le armi che usano anche per uccidere i cristiani».
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