Breaking Dawn – Parte 2, al peggio non c’è mai fine

Di Paola D'Antuono
13 Novembre 2012

E siamo arrivati alla fine. Breaking Dawn  – Parte 2 di Bill Condon, in uscita il 14 novembre, mette il punto, cinematograficamente parlando, alla saga di Twilight tratta dall’omonima serie di romanzi di Stephanie Meyer. L’attesa è altissima, sopratutto tra i giovanissimi, che si preparano a una lunga fila davanti al cinema. Loro sanno già come va a finire, perché hanno divorato i quattro libri che raccontano l’amore difficile e intenso tra Edward Cullen, vampiro interpretato da Robert Pattinson, e Bella Swan, l’umana interpretata da Kristen Stewart.

AMORE IMMORTALE. In Breaking Dawn 2 i i due sposi sono reduci da un parto difficilissimo con conseguente trasformazione di Bella in vampiro. La bellezza della sposa di Edward è rimasta intatta, ma solo adesso, nei panni di vampira, Bella si sente finalmente se stessa. Ha una forza incredibile, una bambina da accudire che cresce a vista d’occhio, un amico fedele, Jacob, che protegge sua figlia, e una famiglia che la ama. Va tutto bene per la neonata famiglia Cullen, ma quando i Vulturi scoprono la nascita della piccola Renesmee la loro felicità e la loro immortalità sono in serio pericolo.

UN FILM MEDIOCRE. Meglio essere chiari: Breaking Dawn 2, come tutti i film della saga Twilight, è una pellicola chiaramente destinata a un pubblico di teenager. I ragazzi amano questi film alla follia – forse più dei libri da cui sono tratti – e i giovani protagonisti dei film hanno raggiunto una popolarità incredibile, riempiendo quotidianamente le pagine della cronaca rosa. Senza contare che la Eagle Pictures, casa di distribuzione italiana, ha trovato la sua gallina dalle uova d’oro. Tutto bello e tutto vero, ma gli aspetti positivi della saga finiscono qui e un po’ spiace perché alla fine a Bella, Jacob ed Edward ci siamo involontariamente affezionati tutti. Ma la tenerezza nei confronti dei personaggi e delle loro eroiche avventure non può distrarci dal giudizio complessivo nei confronti di un’opera che accusa tutti i limiti delle pellicole precedenti. La trama scorre via tra realtà e fantasia, ma sullo schermo se ne vedono di tutti i colori e la risata involontaria esplode in più di un’occasione. I dialoghi sono al limite del farsesco, così come alcune scene d’azione, eccessivamente caricate e che scadono spesso nel ridicolo. Nulla sembra scorrere con la fluidità necessaria e tutto accade talmente in fretta da risultare quantomeno grottesco. La piccola Renesmee per gran parte della pellicola sembra un ologramma e ciò è dovuto a una scelta bizzarra della regia, che ha utilizzato la fisicità di bambine di diverse fasce d’età a cui ha sovrapposto il viso di Mackenzie Foy, la giovane attrice che interpreta la figlia di Bella e Edward che cresce a vista d’occhio. Immaginate il risultato.

MEGLIO IL PRIMO. Ci si aspettava di meglio da un campione d’incassi che non brilla certo per qualità interpretativa e complessità della trama ma che forse, almeno nel suo epilogo, avrebbe potuto regalare qualche tocco di eleganza registica in più. Kristen Stewart è migliorata, nel film la si vede arricchire il personaggio di espressioni facciali che prima credevamo impensabili, ma la sceneggiatura non le è di alcun sostegno. Le scene d’azione sono meno artigianali e più complesse rispetto alla prima pellicola di Catherine Hardwicke, la migliore tra le cinque, ma sono lontane dalla sufficienza. Rimane da chiedersi se davvero questo era il miglior risultato possibile: i detrattori della Meyer giurano di sì ma intanto la scrittrice, qui in veste di produttrice, si gongola al pensiero dell’imminente uscita perché sa che tutte le critiche non riusciranno ad allontanare il suo pubblico dalla sala. E in fondo è giusto così.

Vale il prezzo del biglietto? Per i poveri accompagnatori no.
Chi lo amerà? Gli under 20
A chi non piacerà? A chi predilige la qualità

@paoladant


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