Tra Italia e Francia le opere di Kandinsky
Collegare l’astrattismo a Wassily Kandinsky (Mosca 1866 – Neully-sur-Seine 1944) è ormai – come per il cubismo e Picasso – un riflesso condizionato. Ma questo celeberrimo pittore e teorico del Novecento nel corso della sua vita creativa, che va dal 1925 al 1944, di stili ne ha frequentati tanti: dal simbolismo dei primi anni sperimentali, al Bauhaus delle linee e degli angoli retti e acuti, dalle riflessioni sul punto degli anni ’30 («Il punto è la forma interiore più concisa. Esso è introverso, significa silenzio, non presenta la minima tendenza al movimento in nessuna direzione, né orizzontale, né verticale. Non avanza e non retrocede»), alla maturità raggiunta nel periodo parigino dell’ultimo decennio della sua vita. Nel 1933 infatti, su consiglio di Marcel Duchamp, Wassily prende un appartamento a Neuilly-sur-Seine, a ovest della capitale francese, e comincia a comporre opere del tutto innovative e distaccate dalle invadenti influenze surrealiste e cubiste che ormai dominavano la grande ville dell’epoca. Nel 1934 fa tappa alla Galleria del Milione di Milano, che gli dedica una retrospettiva che consolida la sua immagine di innovatore anche in Italia, tant’è che il pittore Piero Dorazio lo cita come «il grande innovatore della pittura contemporanea per il mezzo secolo che si apre ora».
Ed è proprio il suo rapporto con il nostro paese e con la Francia la linea guida della mostra Wassily Kandinsky e l’arte astratta tra Italia e Francia che dal prossimo 26 maggio verrà aperta al Museo Archeologico Regionale di Aosta. Tra le novanta opere che si potranno ammirare fino al 21 ottobre, oltre quaranta sono di Kandinsky, molte delle quali toccano il suolo italiano per la prima volta. Ad accompagnarle le creazioni di Hans Arp, SophieTaeuber-Arp, César Domela, Florence Henri, Joan Miró, Francis Picabia, Piero Dorazio, Gillo Dorfles, Alberto Magnelli, Alessandro Mendini, Gianni Monnet, e tanti altri pittori la cui inventiva è stata in qualche modo influenzata dall’artista russo. Ciliegina sulla torta, la ricostruzione della Sala della Musica dell’Esposizione di Architettura di Berlino del 1931 dove, su disegno di Kandinsky, fu realizzata una decorazione murale in ceramica.
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