
Bersani si è scelto proprio un bel modello: la Francia di Hollande studia nuove tasse per 6 miliardi
Nessuno credeva davvero che la Francia sarebbe potuta crescere nel 2013 dello 0,8 per cento, come annunciato dal governo in campagna elettorale. Dopo che l’opposizione, gli economisti e infine la Corte dei conti hanno affermato che le previsioni di Francois Hollande sono «molto ottimistiche», anche il premier Ayrault ha ammesso che «la previsione per il 2013 sarà rivalutata». Si è pensato a una revisione della crescita al ribasso intorno allo 0,5 per cento, ma la situazione Oltralpe è ancora più grave.
NUOVE TASSE. Ieri Laurent Fabius, ministro degli Affari esteri, ha ammesso che la promessa di raggiungere un rapporto deficit-pil nel 2013 pari al 3 per cento non sarà rispettata e che nonostante il premier Ayrault avesse assicurato che nel 2014 non ci sarebbero state nuove imposte, ci saranno. La crescita infatti nel 2013 non sarà superiore «allo 0,2%-o,3%».
SERVONO SEI MILIARDI. Che cosa significa? Che per mantenere i patti assunti dal socialista Hollande con l’Europa, cioè raggiungere nel 2017 un deficit strutturale pari a 0 e un deficit pubblico pari allo 0,3%, la Francia dovrà trovare altri 6 miliardi di euro, con tagli alla spesa pubblica o nuove tasse. Ora il governo dovrà decidere se distribuire questi 6 miliardi anche sul 2013 o solo sul 2014. Dove trovare però tutti questi soldi? Di sicuro a gennaio 2014 l’Iva verrà aumentata per finanziare, è l’idea del governo, il credito d’imposta per la competitività e per l’impiego.
NON SOLO IVA. L’unica possibilità, secondo il Le Monde, è aumentare oltre all’Iva tante piccole tasse su determinati beni di consumo per assicurare entrate allo Stato evitando però un aumento generale delle imposte. Mentre il governo socialista fa di tutto per approvare i matrimoni e le adozioni gay, dunque, la Francia è in fortissima difficoltà, una pessima notizia per i francesi ma anche per gli italiani, visto che Hollande è il modello dichiarato di Pier Luigi Bersani.
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