Berlusconi pressa Tremonti: «C’è la maggioranza per riformare il fisco» – Rassegna stampa/1

Di Redazione
01 Giugno 2011
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è sicuro di poter fare le riforme nei due anni che restano al suo governo: «Esiste una maggioranza per fare la riforma del fisco, quella delle istituzioni e quella della giustizia, già impostata». E su Tremonti: «Lui non decide, propone». La Lega rilancia il quoziente familiare ma per farlo bisogna trovare dieci miliardi

Di ritorno dalla visita in Romania, il premier Silvio Berlusconi prende atto della netta sconfitta alle elezioni amministrative ma non fa nessun passo indietro: «Ho preso atto della sconfitta e delle sue ragioni, ora si riparte». Si è sentito anche con Bossi, leader della Lega, convinto che i consensi torneranno. Ma come ha detto il ministro Roberto Maroni «adesso vediamo di capire se questa maggioranza ha la capacità di reagire o se resterà inerte».

“E in testa alla ripartenza c’è ora più che mai la riforma «importantissima» del fisco. Quella riforma che è allo studio del ministero dell’Economia ormai da mesi e che non è ancora mai arrivata sul tavolo del governo. Riforma che semplifica o che riduce anche le aliquote? Ovviamente Berlusconi propende per la seconda ipotesi e ai cornisti che seguono il ricevimento al Quirinale non offre parole diplomatiche sul potere del suo ministro. «Non è Tremonti che decide, lui propone»” (Corriere, p. 2).

Il presidente del Consiglio non spiega come si può coniugare l’abbassamento delle tasse con gli obblighi finanziari di bilancio ma assicura che «esiste una maggioranza per fare la riforma del fisco, quella delle istituzioni e quella della giustizia, già impostata». Poi scherza: «Volevo fissare la data del mio funerale, ma ho troppi impegni, quindi rimanderemo».

Ieri c’è stato un summit tra Bossi, Calderoli, Maroni e Tremonti. “Il manico della frusta, secondo il Carroccio, è la riforma fiscale. Per le camicie verdi coincide con il vecchio cavallo di battaglia lanciato nel 2002: il quoziente familiare. «Oggi – spiega uno degli economisti del Carroccio – una famiglia monoreddito con due figli paga tasse da single a fronte di spese per quattro persone». Il problema è che, fatti i conti, introdurre il quoziente familiare puro per l’erario significherebbe rinunciare a dieci miliardi l’anno. Poco meno utilizzando il sistema francese, di cui pure si discute” (Corriere, p. 3). Tremonti è d’accordo ma ricorda che in questo momento di crisi, lo Stato non può ricorrere al debito e quei dieci miliardi servono alle casse.

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