Ineleggibilità, incompatibilità o interdizione? Tutti i modi allo studio per far fuori Berlusconi

Di Redazione
21 Giugno 2013
Come farà la sinistra politico-giudiziaria a mettere fuori gioco una volta per tutte l'odiato Cavaliere? Ecco le tre armi a disposizione dei miliziani anti-Silvio

Ineleggibilità? Incompatibilità? Interdizione? Come metteranno fuori gioco una volta per tutte l’odiato Cavaliere? Il Corriere della Sera dà conto della proliferazione delle armi di distruzione berlusconiana.

INELEGGIBILITÀ. La prima e più discussa in questi giorni è l’ineleggibilità. Il presidente del Consiglio Enrico Letta, scrive Monica Guerzoni, «ritiene “non importante per il governo” il tema dell’ineleggibilità di Berlusconi, sul quale intende attenersi alle indicazioni del Pd». In ogni caso, il ricorso sull’ineleggibilità del leader del Pdl, presentata del Movimento 5 Stelle, sarà votata Giunta del Senato per le elezioni e le immunità parlamentari il prossimo 9 luglio. E se da una parte, spiega il Corriere, «raggiungere la maggioranza sarà difficile, anche perché i democratici disposti a votare con grillini e Sel sono in assoluta minoranza nel gruppo», dall’altra nel Pdl «montano preoccupazione e cattivi umori dopo il “no” della Consulta sul legittimo impedimento dell’ex premier» nel processo Mediaset. A conferma di questi timori la senatrice democratica Denis Lo Moro, membro della Giunta, deposita sul taccuino della giornalista un inquietante «dopo la Corte costituzionale io la vedo nera, per Berlusconi e per il governo…».

INCOMPATIBILITÀ. Ma visto che, appunto, non sarà facile raggiungere la maggioranza necessaria a squalificare il Cavaliere in Giunta, e visti anche i cinque precedenti voti sull’ineleggibilità, tutti finiti a vantaggio di Berlusconi, ecco che Massimo Mucchetti, senatore del Pd e presidente della commissione Industria, nonché ex penna economica dello stesso Corriere, invita a provare la strada dell’incompatibilità. Come spiega il quotidiano di via Solferino, «per risolvere il conflitto di interessi del Cavaliere (e non solo) il senatore propone che l’azionista di controllo di imprese beneficiarie di concessioni statali abbia un anno di tempo, dall’elezione in Parlamento, per scegliere se lasciare lo scranno oppure se vendere le sue partecipazioni azionarie “a soggetti terzi”». Hanno sottoscritto l’idea di Mucchetti diversi compagni di partito: Valeria Fedeli, Giorgio Tonini, Walter Tocci, Miguel Gotor, Paolo Corsini e anche il capogruppo Luigi Zanda, che recentemente si era già detto favorevole a votare anche l’ineleggibilità di Berlusconi, scatenando molte polemiche.

INTERDIZIONE. «Ma la vera battaglia – conclude la Guerzoni – sarà quella dell’interdizione. Se al principio del 2014 la Cassazione dovesse confermare la condanna per il processo Mediaset, Berlusconi potrebbe decadere dal mandato parlamentare». Una prospettiva che secondo i pessimisti del Pdl ha iniziato ad assumere una certa verosimiglianza da quando, due giorni fa, la Consulta ha appunto bocciato il legittimo impedimento per l’ez premier. A quel punto «la Giunta voterebbe alla luce del sole», prevede il Corriere, «mentre in Aula basta la richiesta di venti senatori per far scattare il voto segreto e la maggioranza – sulla carta – è contro di lui».

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