
Berlusconi condannato per i suoi “peccati”. Questa non è giustizia. È risentimento socialista
A due giorni dalla sentenza di primo grado, fa ancora discutere la decisione del Tribunale di Milano di condannare Silvio Berlusconi a 7 anni di carcere per concussione e prostituzione minorile.
Oggi, Filippo Facci su Libero, attacca i comportamenti della giustizia “onnipotente” e la malagiustizia che reca danno all’Italia, e non semplicemente all’imputato Berlusconi. In un’intervista sul Giornale, Rocco Buttiglione avverte il pericolo di una magistratura che sembra voler dare giudizi morali, basandosi non sui fatti di reato ma sui peccati. Sul Foglio, il filosofo britannico Roger Scruton, individua il pericoloso retroterra ideologico, alimentato dall’odio e dal risentimento, che starebbe dietro la sentenza.
FACCI: GIUDICI ONNIPOTENTI. «Un processo indiziario è un processo indiziario: Berlusconi ha commesso i fatti ma – opinione – non ha commesso i reati, e trasformare un fatto in un reato corrisponde a uno strapotere». È la deduzione di Filippo Facci su Libero. Dal punto di vista processuale, secondo la penna del quotidiano milanese, «a Milano fanno realmente tutto ciò che vogliono: mantengono competenze territoriali che sarebbero palesemente altrui, mettono in corsia di sorpasso i processi che gli interessano, non ascoltano le parti lese, chiamano “prova” le deduzioni personali». Insomma, «condannano come avrebbero potuto assolvere: un processo indiziario è appunto questo».
Se da un lato Berlusconi, prosegue Facci, «ha la colpa di aver perpetuato degli andazzi che sono imperdonabili per un premier e non solo per lui», dall’altra, la magistratura è «uno strapotere discrezionale che esiste solo in Italia».
Facci prosegue ricorda che la seconda colpa di Berlusconi è quella di non aver riformato la giustizia. Non una colpa ascrivibile solo al leader del Pdl, spiega il giornalista di Libero, ma anche agli altri premier che si sono succeduti in questi anni. La politica, pur sapendo, come lo sanno «migliaia di avvocati in tutta Italia» che la «questione esiste», non ha fatto nulla. La «malagiustizia», spiega Facci, non è solo quella che «pregiudica il buon funzionamento dell’economia, maltratta i detenuti e chi è in attesa di giudizio, procura pesanti condanne della Corte Europea», ma anche «quella degli onnipotenti che fanno tutto quello che vogliono, non con Berlusconi, ma anche con Berlusconi». E oggi, conclude Facci, far finta che non esiste il problema e «limitarsi a dire “le sentenze si rispettano” è diventata codardia».
BUTTIGLIONE: GIUDIZIO MORALE. Rocco Buttiglione, intervistato dal Giornale, crede che le feste di Arcore siano censurabili, ma anche che «questo tipo di censura è un diritto dei cittadini, al limite dei filosofi o dei preti. Sicuramente non è materia per i tribunali». «Sono i vescovi, gli intellettuali e i privati cittadini che possono esprimere giudizi morali, non i giudici», spiega l’ex ministro.
«È ovvio che sentenze come quella presa lunedì dai giudici di Milano – prosegue Buttiglione – accendano gli entusiasmi dei giustizialisti come l’indignazione dei garantisti o dei filoberlusconiani», «però sono proprio i moderati che di fronte a un giudizio tanto tranchant sollevano non poche obiezioni. E iniziano a pensare che qualcosa non funziona bene».
Buttiglione, come molti altri hanno fatto in questi giorni, individua la debolezza delle prove a carico dell’imputato e rimarca il fatto che «la loro fragilità offre il destro a chi pensa che si sia voluto esprimere un giudizio morale». Inoltre denuncia l’entità della pena comminata a Berlusconi: «Sono piene le cronache di casi giudiziari in cui chi ammazza esce dal carcere in meno di sette anni. Quindi la sproporzione della pena è evidente».
Sul caso dei 32 testimoni deferiti all’autorità dal Tribunale, compreso un commissario di polizia della squadra mobile milanese, per Buttiglione «resta forte la sensazione che chiunque dica qualcosa che ai giudici non quadra corra poi il rischio di vedersi incriminato».
SCRUTON: IPOCRISIA E ODIO. Sul Foglio di oggi, è Roger Scruton a commentare la condanna a sette anni inflitta a Silvio Berlusconi. Per il filosofo conservatore britannico, la sentenza ricalca il «tipico atteggiamento dei progressisti»: «Mettono sul’altare ogni deviazione sessuale ma si riservano il diritto di giudicare come debbano vivere le altre persone». Scruton individua nella condanna penale dei comportamenti di Berlusconi l’ipocrisia dei moderni rivoluzionari che, prima, «liberalizzano ogni condotta sessuale», riducendo «il sesso a una funzione corporale emancipata dalla moralità», rendendo «moralmente ineccepibile tutto ciò che gli adulti condividono in privato», poi, «condannano in tribunale un ex primo ministro per le sue cene». «Solo un socialista ha diritto all’orgasmo libero? », si chiede Scruton. Il filosofo britannico mette in guardia da quel puritanesimo moralista che germinò proprio nel giacobinismo e nel leninismo. Un puritanesimo «totalitario anche nella vita privata delle persone».
Il crimine di Berlusconi, prosegue il filosofo, non è solo quello di inseguire il piacere, ma aver avuto successo e appartenere a una classe sociale che i rivoluzionari moralisti vorrebbero eliminare: «Nietzsche aveva ragione a dire che il socialismo è risentimento. E cosa meglio dei soldi incarna il successo? Berlusconi attrae questo odio, perché è il tipico italiano old fashioned da biasimare e “riformare”».
È ciò che sta dietro alle rivoluzioni, spiega Scruton, e sul quale si basa quel puritanesimo che coltiva la «paura che qualcuno, da qualche parte, sia felice».
Il «risentimento, che si avventa contro Berlusconi, non si acquieta quando la vittima è privata dei beni materiali; cerca di spogliarla anche della sua umanità, di dimostrare che non ha mai avuto il diritto di possedere la più piccola fetta delle risorse della Terra» e che la sua morte «non deve essere rimpianta più di quanto si debba rimpiangere quella di ogni altro tipo di parassita». Come nell’umiliazione, costellata di bugie, inflitta alla regina di Francia, Maria Antonietta, dai rivoluzionari francesi, anche Berlusconi deve essere rappresentato, conclude Scruton, come «un essere che non appartiene alla normale congregazione umana».
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1 commento
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Dov’è la moralità su Tempi?Spesso voi adorate parlare di moralità quando si tratta di matrimonio gay,però quando il vostro capo fa tutto quel fa e parlo anche dei suoi atti di corruzione,voi dite che la giustizia è comunista?Dov’è la vostra coerenza?? Ho venticique anni e nutro una vera deluzione verso il paese.