«Su Fabbrica Italia Pomigliano regna una grande confusione, perché ognuno dice la propria, chi è a favore della Fiat, chi è contro, ma si crea solo caos e preoccupazione».
È quanto ha sostenuto il segretario generale della Fim Cisl, Giuseppe Terracciano, sostenendo che sulla questione «bisogna fare chiarezza».
«La Fip faceva parte del più ampio piano Fabbrica Italia – ha sottolienato – ma il progetto a Pomigliano è già stato realizzato, grazie a chi ha avuto il coraggio di sottoscrivere l’accordo poi sostenuto a maggioranza dai lavoratori con il referendum in fabbrica. Quindi non è in discussione, ed è teso ad andare avanti e non a tornare indietro. L’azienda c’è, e quella di Pomigliano è la realtà industriale migliore per quel che riguarda l’innovazione tecnologica, con la produzione di un modello che fa parte del segmento B, che per decenni ha mantenuto in vita la Fiat. Poi, non appena ci saranno le condizioni di mercato che riprenderà a salire, è chiaro che da parte nostra ci sarà una richiesta di incontro con i vertici per pianificare una salita produttiva che consenta l’assunzione di altri cassaintegrati».
Da parte del sindacalista, inoltre, l’appello a «chi ha sempre remato contro l’accordo». «La smettessero – ha concluso – e lavorassero seriamente per far andare avanti il progetto. Non demonizziamo chi ha investito in Italia, ma cerchiamo la coesione necessaria per uscire dalla crisi. E poi chiediamo al Governo di intervenire, di fare qualcosa per risollevare le sorti del settore fortemente penalizzato dalla crisi economica in essere, così come fanno in altri Paesi. Non può certo sostituirsi all’azienda, ma sicuramente può fare in modo da ridurre i costi e le spese, e di non gravare sulle tasche dei contribuenti che sono anche gli acquirenti delle vetture».