Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
    • Agosto 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
    • Agosto 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Economia

Banche venete. «Per salvarle verranno spesi fino a 17 miliardi. Governo doveva agire prima»

L'analisi a tempi.it dell'esperta Carlotta Scozzari: «Tutte le volte che in Italia si deve risolvere una crisi, si aggirano le regole del bail-in. È la morte dell'Unione bancaria»

Francesca Parodi
27/06/2017 - 4:00
Economia
CondividiTwittaChattaInvia

Domenica il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto di salvataggio delle due banche venete, Popolare di Vicenza e Veneto Banca, dichiarate insolventi dalle autorità europee dopo una grave crisi bancaria dovuta alla cattiva gestione. La soluzione è stata quella di vendere la “good bank” (cioè la parte sana di questi istituti) a Intesa San Paolo al prezzo simbolico di un euro. Della “bad bank” (i crediti deteriorati che hanno affondato le due banche) se ne farà invece carico lo Stato, che verserà subito 5,2 miliardi di euro. «In Italia il mercato delle sofferenze in pancia alle banche è un mercato dove il prezzo lo fa il compratore, in questo caso Intesa, che ha un potere contrattuale enorme» spiega a tempi.it Carlotta Scozzari, giornalista economico-finanziaria di Business Insider Italia. «Spesso i fondi americani che comprano i crediti deteriorati chiedono un prezzo molto basso, sotto ai 20 centesimi per ogni euro di sofferenza. Di conseguenza, nel momento in cui una banca italiana vende a un prezzo così basso le sue sofferenze deve poi cercare dei soldi per sostenere le forti perdite irrobustendo il proprio patrimonio». È proprio il caso delle banche venete, che per cedere a Intesa la “good bank” ha immediato bisogno di un’iniezione di capitale. In questo caso verrano usati i soldi dei contribuenti.

Oltre alla somma versata subito, dovranno essere utilizzati altri 12 miliardi per un totale di circa 17 miliardi di fondi pubblici, anche se per il momento molti di questi sono rappresentati da garanzie di vario genere e non è detto che vengano spesi. L’esito dell’operazione dipenderà dal prezzo al quale lo Stato riuscirà a vendere i crediti deteriorati e dalla gestione da parte di Intesa delle due banche venete. «Lo Stato immagina che un domani, in caso di ripresa del mercato delle sofferenze, potrà guadagnarci qualcosa. Ma intendiamoci, i tempi sono lunghissimi, ci vorranno, 10-15-20 anni, come è successo per le sofferenze del Banco di Napoli: negli anni Novanta fu creata la “bad bank” di quell’istituto e poi quei crediti vennero recuperati, ma dopo anni. Le banche venete invece avevano urgenza di risolvere il problema subito».

L’alternativa a questa soluzione sarebbe stato il bail-in, previsto dalla direttiva europea Brrd (Bank Recovery and Resolution Directive) che ha introdotto delle regole per gestire le crisi di banche e imprese di investimento. Lo strumento del bail-in consiste nella risoluzione della crisi attraverso i soldi dei suoi azionisti, obbligazionisti e correntisti sopra i 100 mila euro, evitando così l’uso di denaro pubblico. «Questo invece è una sorta di bail-out mascherato» dice Scozzari, cioè l’intervento economico di un attore esterno, in questo caso come in molti altri, lo Stato. Con le due banche venete, spiega l’esperta, si è escluso il bail-in per evitare di penalizzare, riducendone il valore, le obbligazioni non subordinate, che sono nei portafogli di tantissimi piccoli risparmiatori. «Ci hanno sempre insegnato che un’obbligazione è relativamente sicura. Ridurre il valore delle obbligazioni non subordinate avrebbe innescato una forte crisi di fiducia verso le banche italiane, con ricadute su ogni singolo istituto».

LEGGI ANCHE:

Da “bail in” a “Pies” dieci termini con cui bisogna imparare a fare i conti

6 Ottobre 2017

Fassina contro il blitz che ha messo nell’angolo il Parlamento sulla questione banche venete

28 Luglio 2017

Se lo Stato ha rinunciato al bail-in per tutelare i risparmiatori, Ferdinando Giugliano di Bloomberg scrive che la soluzione approvata per la crisi delle banche venete segna «la morte dell’unione bancaria europea», in quanto l’Italia si è nuovamente sottratta alle norme comunitarie in materia. «In effetti, tutte le volte che in Italia si doveva risolvere una crisi, è stato trovato un modo per aggirare le regole del bail-in» commenta Scozzari. «Con Montepaschi di Siena si è optato per la ricapitalizzazione precauzionale, una modalità eccezionale nello schema del bail-in, che consente l’impiego di denaro pubblico. Con le banche venete invece si è completamente usciti da questo schema preferendo la liquidazione coatta in base alla legge italiana».

La Bce ha infatti valutato che Popolare di Vicenza e Veneto Banca, in caso di fallimento, non avrebbero prodotto conseguenze significative sull’intero sistema bancario (non sono perciò banche «sistemiche»), perciò ha approvato la soluzione italiana che evita il bail-in. «Continuiamo a uscire dalle regole europee. Allora poniamoci il problema del bail-in e dell’unione bancaria». Secondo Scozzari, il problema è la mancanza di coraggio del governo: «Si sarebbe potuto agire prima e trovare una soluzione meno dispendiosa, 17 miliardi sono una cifra elevatissima. Invece si è aspettato così tanto perché l’Europa ha posto dei paletti forti e il governo italiano con il ministro dell’Economia Padoan non se l’è sentita di far sentire la propria voce».

@fra_prd

Foto Ansa

Tags: bad bankbail inBanche VeneteintesaPopolare di Vicenzasalvataggio bancheveneto banca
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Da “bail in” a “Pies” dieci termini con cui bisogna imparare a fare i conti

6 Ottobre 2017

Fassina contro il blitz che ha messo nell’angolo il Parlamento sulla questione banche venete

28 Luglio 2017

Banche venete. Se la crisi del Sud ricomincia al Nord

25 Luglio 2017

Banche venete. Travolti dal solito destino?

24 Luglio 2017
A woman bikes pasta Veneto Banca branch in Milan, Italy, Monday, June 26, 2017. Premier Paolo Gentiloni defended the swift action by the government as vital for ensuring Italy's slow economic recovery isn't derailed by a "disorderly" failure of Veneto Banca and Banca Popolare di Vicenza. The two banks are based in the northeast Veneto region, one of Italy's most economically productive. They serve many of the small and medium-sized businesses that are the backbone of the nation's economy.(AP Photo/Luca Bruno)

Chi ha paura della bad bank?

16 Luglio 2017

“L’innocenza dei mostri”. Cosa c’è nel nuovo numero di Tempi

13 Luglio 2017

Video

Video

Artsakh, il conflitto invisibile. «Anche fare una zuppa è impossibile»

Redazione
1 Febbraio 2023

Altri video

Lettere al direttore

Lombardia, sede palazzo della Regione a Milano

Voto in Lombardia. Ci sono le opinioni e poi c’è un fatto

Emanuele Boffi
9 Febbraio 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Dopo Grillo e Fedez, ecco Benigni. Con una risata si autoseppelliranno
    Lodovico Festa
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    L’importanza di una presenza cristiana in tutti gli ambiti della società
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Roberto Perrone mancherà a Fred Perri e a tutti noi
    Emanuele Boffi
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Gli insostenibili argomenti di Nathalie Tocci sulla guerra in Ucraina
    Rodolfo Casadei
  • Cartolina dal Paradiso
    Cartolina dal Paradiso
    Come ho scoperto che Dio fa ardentemente il tifo per me
    Pippo Corigliano

Foto

8/2/2014 Milano Giornata Banco Farmaceutico
punto raccolta farmaci presso Farmacia Foglia C.so di Porta Romana 56
Iconphotos/Paolo Bonfanti
Foto

Inizia oggi la Giornata di raccolta del farmaco: ecco come e perché aderire

7 Febbraio 2023
Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023
Foto

Karabakh. Il conflitto invisibile. Cosa sta succedendo alla popolazione dell’Artsakh

28 Gennaio 2023
Foto

Crisi del sistema politico. Il presidenzialismo è la soluzione?

19 Gennaio 2023
Politicall
Foto

La geopolitica tra identità e relazioni internazionali – Incontro a Torino

16 Gennaio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
    • Agosto 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist