Mio caro Malacoda, sono tempi duri per noi quando il nostro nome viene fatto apertamente in pubblico e il pronunciarlo non suscita scandalo. Non è un bene (dovrei dire “un male”, ma poi il linguaggio si complica e anche tu rischi di non capirmi) quando la gente si abitua alla nostra presenza e diventa in grado di riconoscerla. Vuol dire che qualcuno ha riacceso la luce e la sua presenza si è fatta più chiara. Non vittoriosa, non fraintendermi, più chiara. Due esempi ti illumineranno. Primo. Un mercenario fiancheggiatore di al Qaeda viene catturato dagli americani in Iraq. È egiziano, il suo compito consiste nello sgozzare i soldati della Guardia nazionale irachena che gli vengono portati dai terroristi. Lo fa per duecento dollari a cadavere (alla consegna). Il suo interrogatorio è stato trasmesso dalla tv di Stato di Baghdad. Chiede l’inquirente: «Le persone che avete sgozzato non imploravano per le loro vite?». Risponde il prigioniero: «Signore, era un’ora di avidità, un momento di Satana». Così, diretto come un pugno. Secondo esempio. Domenica il vicario in terra del Nemico ha detto: «Entrare in Quaresima significa iniziare un tempo di particolare impegno nel combattimento spirituale che ci oppone al male presente nel mondo, in ognuno di noi e intorno a noi. Vuol dire guardare il male in faccia e disporsi a lottare contro i suoi effetti, soprattutto contro le sue cause, fino alla causa ultima, che è Satana. Significa non scaricare il problema del male sugli altri, sulla società o su Dio, ma riconoscere le proprie responsabilità e farsene carico consapevolmente». Anni fa gli avrebbero riso in faccia, come fecero con un suo predecessore che osò parlare del “fumo di Satana”. Non va bene, ripeto, non va bene.
L’uomo è più facile preda del potere, di qualsiasi potere, quando non sa chi sono i suoi nemici, meglio ancora quando si convince di non avere nessun nemico. Oppure quando è così supponente da credere di potersi scegliere il nemico e giocare battaglie apparenti, guerre fittizie dentro il parco giochi che noi gli abbiamo preparato: l’uomo contro la donna, il progressista contro il reazionario, la destra contro la sinistra, quelli per la doccia contro quelli per il bagno. Ci hanno fatto anche dei programmi televisivi (Amici, Il Grande Fratello), in cui passano il tempo a scannarsi. Per gioco – dicono – ma si vede subito che il mondo coincide con quel recinto. Noi eravamo riusciti ad allargare il recinto sino ai confini della terra (almeno quella occidentale) un Kindergarten in cui non c’era più il nemico. Poi il nemico è arrivato, ha tirato giù due torri con tremila persone dentro e le migliori teste d’uovo dell’Occidente hanno detto: “Colpa nostra, dialoghiamo”. Nel frattempo un altro nemico, che non ha fatto il botto, come un killer seriale e silenzioso di morti ne ha fatti un miliardo in cinquant’anni. E le migliori teste d’uovo dell’Occidente hanno detto: “Qui non è morto nessuno”. Guerre senza nemico, omicidi senza mandante. Noi non esistevamo. Incapace di guardarci in faccia l’uomo si ritrovava senza volto. Adesso qualcuno è uscito dall’afasia e ha detto: “Satana”. Meglio tornare a vestire i panni di misterioso Gran Seduttore, lo scontro in campo aperto non fa per noi.
Tuo affezionatissimo zio Berlicche
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241
Direttore responsabile
Emanuele Boffi