Contenuto riservato agli abbonati

Assange non sarà una spia, ma ci vuole faccia tosta per chiamarlo eroe

Di Rodolfo Casadei
27 Febbraio 2024
Il fondatore di Wikileaks ha dimostrato, negli anni, un cinismo agghiacciante e nemmeno un briciolo di etica giornalistica. Breve ripasso in attesa del verdetto sulla sua estradizione
Alcuni fan di Julian Assange inneggiano alla “libertà” durante una manifestazione a Berlino contro l’ipotesi della sua estradizione negli Stati Uniti, 20 febbraio 2024
Alcuni fan di Julian Assange inneggiano alla “libertà” durante una manifestazione a Berlino contro l’ipotesi della sua estradizione negli Stati Uniti, 20 febbraio 2024 (foto Ansa)

A prendere le difese di Julian Assange, fondatore di Wikileaks minacciato di estradizione negli Stati Uniti dove si troverebbe ad affrontare accuse di spionaggio che prevedono 175 anni di carcere, sono soprattutto giornalisti. Ma il più famoso hacker del mondo non ha dimostrato, negli anni, nemmeno un briciolo di etica giornalistica, anche se la presidente della Federazione internazionale dei giornalisti con sede a Parigi gli ha a suo tempo rilasciato una tessera professionale che è scaduta l’8 settembre scorso.

Certamente Assange non è colpevole di spionaggio, accusa sollevata contro di lui dal dipartimento di Giustizia americano nel maggio 2019 con 18 diversi capi di imputazione, ma non è nemmeno candido come una colomba. Perché, come ha scritto Giuliano Ferrara (che pure come tutti si augura che il 52enne australiano sia rimesso in libertà), la libertà di informazione stabilisce che «scriverai e diffonderai la verità ma non manderai al macello chi, uomini donne e strutt...

Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno

Articoli correlati