Assange, da rifugiato politico ad aspirante senatore australiano
Da troppo tempo non si sentiva parlare di Julian Assange. Ma il programmatore e giornalista australiano ha deciso di tornare alla ribalta con un annuncio molto particolare, diffuso attraverso il profilo Twitter di Wikileaks, l’organizzazione da lui stesso fondata: «Australia: Julian Assange ha confermato che correrà alle elezioni del 2013 per un seggio in Senato». Chi pensava a uno scherzo si è dovuto ricredere quando a confermare la notizia è stata la madre di Julian, Christine Assange, felicissima di vedere il figlio impegnato in una nuova sfida professionale: «Alla Camera ci troviamo a scegliere fra il partito lacché degli Usa numero uno e il partito lacché degli Usa numero due, i nostri due maggiori partiti. Sarà bellissimo avere Julian nel Senato per un po’ di vigilanza».
SENATO. In molti si chiedono come farà Assange a partecipare attivamente alla campagna elettorale, dato che da mesi è ospite dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra come rifugiato politico. Secondo Wikileaks la carta costituzionale australiana permetterebbe l’elezione di Assange al Senato, ma il vero problema è il tempo. Se il neosenatore non riuscisse a a entrare in Parlamento a due mesi di distanza dalla sua nomina – si vota il prossimo 14 settembre – scatterebbe immediata la sostituzione. A prendere il suo posto sarebbe un altro esponente del suo partito ispirato ai valori che muovono Wikileaks – in prima fila la trasparenza dei governi -, della cui formazione si sta occupando il padre dell’attivista, che si trova in Australia per sbrigare tutte le pratiche burocratiche necessarie. Intanto Assange continua a dimorare nell’ambasciata ecuadoregna per sfuggire all’estradizione in Svezia, dov’è ricercato per rispondere alle accuse di aggressione sessuale.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!