Arretrati Ici-Imu, primo round alla Chiesa. Per i radicali niente «regalo postumo a Pannella»

Di Redazione
16 Settembre 2016
Il Tribunale Ue salva (in primo grado) una marea di opere religiose da un salasso letale, preteso non dall'Italia né da Bruxelles ma da due militanti anticattolici

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Il Tribunale Ue del Lussemburgo, scrive oggi Alberto D’Argenio per Repubblica, «salva la Chiesa da un conto salato». I giudici comunitari infatti hanno emesso sentenza contraria a un ricorso dei radicali che speravano («dopo anni di battaglie») di vedere gli enti ecclesiastici costretti a pagare gli arretrati relativi ad alcune agevolazioni fiscali prima concesse dall’Italia e poi bocciate dall’Europa.

SGRAVI. Materia della battaglia giudiziaria sono gli sgravi stabiliti dal governo italiano nel 2008 a favore di diversi enti religiosi, tra cui scuole pubbliche paritarie, ospedali accreditati, eccetera. Repubblica parla di «cliniche, alberghi, scuole e altre attività commerciali» perché in effetti nel 2012 la Commissione europea volle riconoscerle tutte come “attività commerciali” e condannò l’Italia per aiuti di Stato illegali, perché, scrive D’Argenio, «distorcevano la concorrenza danneggiando i loro competitori, che le tasse le pagavano».

[pubblicita_articolo]CASO CHIUSO. «Tuttavia – ricorda il quotidiano romano – Bruxelles a sorpresa non decretò il recupero dell’Ici non pagata dal 2008» perché, come sosteneva anche il ministero dell’Economia italiano, «era impossibile stabilire quanto e chi dovesse mettere mano al portafoglio». Poi il governo Monti impose l’Imu e la estese anche alle opere religiose (fra le mille polemiche e ambiguità che i lettori di Tempi ricorderanno benissimo) e il contenzioso con la Commissione si risolse.

I RICORSI. Ai radicali però non piacque l’idea che la Chiesa se la passasse (quasi) liscia. E così partirono i «due ricorsi promossi dall’ex deputato Maurizio Turco e dal fiscalista Carlo Pontesilli per conto di una scuola Montessori romana e di un bed & breakfast laziale», informa D’Argenio. Un ricorso verteva appunto sugli arretrati Ici, l’altro sulle regole Imu volute da Monti per gli enti non commerciali, che secondo i radicali «continuano a regalare un vantaggio competitivo alla Chiesa». Per i giudici comunitari, però, i ricorrenti «non sono riusciti a dimostrare» le loro tesi.

LA GUERRA CONTINUA. Stando ai calcoli dell’Anci, l’Associazione dei comuni italiani (l’Ici infatti era una tassa comunale), gli arretrati che Turco e Pontesilli volevano infliggere alle opere cattoliche avrebbero potuto raggiungere in totale una somma pari a 4-5 miliardi di euro. Si capisce perché per i radicali, osserva Repubblica, una vittoria presso il tribunale Ue sarebbe stata «un regalo postumo a Marco Pannella». E pazienza se invece il primo round se lo è aggiudicato la Chiesa: per ora i due ricorrenti si accontentano della ricevibilità del loro ricorso. Perché, conclude D’Argenio, «il riconoscimento in primo grado dell’ammissibilità della causa apre le porte all’appello in Corte di giustizia europea che Turco e Pontesilli hanno annunciato ieri».

Foto Ansa

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12 commenti

  1. Pierangelo

    Non si capisce perchè la Chiesa debba mantenere questi privilegi ormai fuori dal tempo e fuori dalla logica. La Chiesa svolge un lavoro sociale? Bense, fondi una Onlus e come tutto il resto delle Onlus concorra al cinque per mille, o la legge che sia in vigore, per finanziare il proprio operato. Questa ingordigia di soldi e soprattutto questa mancanza di coerenza io proprio non la capisco, oltretutto non fa altro che allontanare sempre più persone dalla Chiesa. Dico tutto ciò da cattolico.

    1. Posto il fatto che probabilmente sei cattolico quanto io sono buddhista, comunque sia io sono d’accordo con te, ma con motivazioni radicalmente diverse dalle tue: probabilmente, pensi che “affamare” la Chiesa italiana significhi distruggerla a favore dell’eresia e della dissoluzione nel mondo. Sbagliato: è quando ci sono troppi soldi e si svuotano le chiese per riempire le sagrestie (come disse uno) che le realtà locali soffrono. Questo perché le strutture ecclesiastiche cominciano a riempirsi di familiari, fannulloni, faccendieri e carrieristi di cui, di Dio e della Sua Sposa, non importa niente, se non dei soldi che possono ricavare dall’8×1000. Il sacerdote, il frate, la suora, il monaco di santa vita, al contrario, non ha alcun interesse nel denaro se non per le opere di bene che saprà che potrà fare con esso: se non c’è, sa che la Provvidenza lo rifornirà, come pure la carità del popolo di Dio a lui affidatogli. Togliere l’8×1000 non significa affamare tutta la Chiesa, bensì solo coloro che in chiesa portano solo errori e diffidenza, portando (per questi motivi, non perché sono “medievali ed oscurantisti”, come recita un leitmotiv anticlericale) alla perdizione delle anime ed allo scandalo dei fedeli. Quindi, ben venga il taglio dell’8×1000, usato fin troppo dal Governo come mezzo di pressione sulla Chiesa per ridurre l’opposizione alle leggi anticristiche che, da cinquant’anni e più anni, fluiscono dai luoghi di potere: senza più tale mezzo di pressione, la Chiesa sarebbe liberata dalla zavorra, quindi potrebbe ricominciare a fare la voce grossa e a non dover più compiacere nessuno, ed allora sarebbero cavoli amari.

      1. Lela

        Nel tuo ragionamento c’è del vero, riguardo a chi verrebbe veramente danneggiato da un’eliminazione dell’otto per mille.
        Tuttavia non credo che la Chiesa sia morbida su certe leggi “anticristiche”, tutt’altro. Semmai certi vescovi, e non penso che c’entri l’otto per mille, quanto le lusinghe dell’Avversario…credo che la popolarità e il plauso del mondo siano più attraenti dell’otto per mille.

  2. Costanzo

    Vi rallgrate di essere riconosciuti colpevoli, complimenti alla moralità cristiana!!

    “la soppressione di un aiuto di Stato mediante recupero è la LOGICA conseguenza dell’accertamento della sua illegittimità”

    “né le banche dati catastali né le banche dati fiscali consentivano di identificare il tipo di attività (economica o non economica) svolta negli immobili di proprietà degli enti non commerciali, e nemmeno di calcolare oggettivamente l’importo dell’imposta da recuperare”

    In pratica avete rubato talmente tanto e talmente bene che non è possibile neanche calcolare le cifre!

    1. felpa

      Noi non abbiamo rubato proprio niente. È Cesare che, da 200 anni a questa parte, vuole pervicacemente invadere ogni spazio di Dio. I radicali stanno tentando un esproprio stile sabaudo. Non siamo noi quelli rimasti indietro.

    2. felpa

      Colpevoli di cosa? Di vedersi riconoscere i meriti sociali? Il vostro è un esproprio stile sabaudo.

      1. Costanzo

        In questo caso siete stati riconosciuti colpevoli di non aver pagato le tasse, in questo caso l’IMU come è stato riconosciuto sia da questa sentenza che da ogni altra e da ogni Corte di Giustizia , italiana ed europea che non ha nulla a che fare con “sabaudia”.

        Al momento non dovete pagare SOLO perchè è complicato calcolare QUANTO avete rubato e l’uso dei cavilli legali vi rende ancora piu viscidi.

        La chiesa, come ogni altra setta, ha numerose colpe sociali, largamente documente, dal favoreggiamento alla pedofilia, riciclaggio di denaro sporco, abusi sui malati ecc..

        1. felpa

          Una tassa da cui esisteva una legittima e generosa esenzione, che ricadeva anche sui circoli ARCI. Voi volete tutti sottomessi alla logica del profitto e della spersonalizzazione.

  3. Orlando

    fa niente,i conti si fanno sempre alla fine. e Noi abbiamo ottima memoria.

    1. felpa

      Brutta cosa il rancore, soprattutto se puzza di invidia demoniaca per il bene che la Chiesa, tra mille difficoltà, continua a fare. Anche noi abbiamo Qualcuno che i conti li fa molto bene alla fine.

    2. Sebastiano

      Il problema, come ti ha detto Felpa, è che c’è una Fine che è più fine della tua.
      E Quello che fa i conti, quanto a memoria non scherza mica.

      1. patrizio

        La trollona malefica è da sempre che paga il conto, non infierite.

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