Alfano risponde: «Con il processo breve, tempi certi e risorse adeguate alla giustizia»

Di Redazione
09 Febbraio 2011
Anticipazione dell'intervista del direttore Luigi Amicone al Guardasigilli Angelino Alfano, che difende il processo «di ragionevole durata», spiega che la lentezza dei tribunali mina «la competitività del sistema paese» e avvisa i pm: «Chi sbaglia paga, la responsabilità dei magistrati deve essere inserita all’interno della Costituzione»

Il processo che «viene impertinentemente definito “breve” ma che è semplicemente di ragionevole durata, […] ha lo scopo di dare un tempo certo e risorse adeguate alla giustizia». Così il Guardasigilli Angelino Alfano, intervistato dal direttore Luigi Amicone, interviene sul tema dalle colonne del numero 6 di Tempi, in edicola dal prossimo 10 febbraio.

Il ministro parla a tutto campo dell’attività del governo in materia di giustizia e spiega anche che «accelerare sul processo civile significa aiutare la competitività del sistema paese che ha tra i suoi freni proprio la lentezza della giustizia».

Per il ministro dalla riforma della giustizia dipende
il rilancio dell’economia: «Se pensiamo ai sei milioni di processi civili pendenti e se pensiamo che al centro di ogni processo vi sono almeno due parti, si capisce che lo sblocco di contenziosi di natura economica e patrimoniale potrebbe riguardare fino a 12 milioni di cittadini».

C’è anche una modifica costituzionale tra le modifiche
che il ministro della Giustizia porterà sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri: «Come succede per tutte le categorie: chi sbaglia paga, la responsabilità dei magistrati deve essere inserita all’interno della Costituzione».

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