
Alfano risponde: «Con il processo breve, tempi certi e risorse adeguate alla giustizia»
Il processo che «viene impertinentemente definito “breve” ma che è semplicemente di ragionevole durata, […] ha lo scopo di dare un tempo certo e risorse adeguate alla giustizia». Così il Guardasigilli Angelino Alfano, intervistato dal direttore Luigi Amicone, interviene sul tema dalle colonne del numero 6 di Tempi, in edicola dal prossimo 10 febbraio.
Il ministro parla a tutto campo dell’attività del governo in materia di giustizia e spiega anche che «accelerare sul processo civile significa aiutare la competitività del sistema paese che ha tra i suoi freni proprio la lentezza della giustizia».
Per il ministro dalla riforma della giustizia dipende il rilancio dell’economia: «Se pensiamo ai sei milioni di processi civili pendenti e se pensiamo che al centro di ogni processo vi sono almeno due parti, si capisce che lo sblocco di contenziosi di natura economica e patrimoniale potrebbe riguardare fino a 12 milioni di cittadini».
C’è anche una modifica costituzionale tra le modifiche che il ministro della Giustizia porterà sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri: «Come succede per tutte le categorie: chi sbaglia paga, la responsabilità dei magistrati deve essere inserita all’interno della Costituzione».
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