Al di là della flat tax, un significativo taglio fiscale «si può fare. Se lo si vuole»

Di Francesca Parodi
01 Luglio 2017
Per Capezzone «un ulteriore passo in avanti sarebbe un'apertura sempre più consistente alla competizione pubblico-privato nei servizi»

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Daniele Capezzone, deputato di Direzione Italia, è da sempre un sostenitore della flat tax (un’imposta unica ad aliquota fissa che andrebbe a sostituire tutte le principali imposte del nostro sistema tributario), alla quale ha dedicato anche un’iniziativa pubblica di studio e una proposta avanzata nel 2007. Commentando a tempi.it la recente proposta dell’Istituto Bruno Leoni, presentata dall’ex presidente Nicola Rossi sul Sole 24 Ore, Capezzone sostiene che si tratti di un modello «convincente nella forma e nella sostanza. Ottima la semplicità dello schema, molto bene anche i tagli di spesa che rendono tutto più credibile. Ho solo una piccola remora, ma è un contributo del tutto positivo e migliorativo, relativa agli immobili: vorrei che la tutela della proprietà immobiliare fosse maggiore, vista la specificità italiana della proprietà immobiliare diffusa». Concorda anche con l’eliminazione dell’Imu, «dovremmo però stare attenti a quel che viene dopo, a non consentire tasse locali che ripropongano in altra veste guai analoghi».

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE. Capezzone riconosce che l’introduzione della flat tax comporterebbe anche un altro vantaggio: un aiuto nella lotta al fenomeno dell’evasione fiscale. «La prima misura anti-evasione è l’abbassamento delle tasse. Se tutti percepiscono che l’aliquota richiesta è ragionevole, questo è un poderoso incentivo a rispettare i propri doveri fiscali. Se invece la sensazione (e non solo la sensazione) è quella di una rapina…». Alla base però, sostiene Capezzone, è necessario mutare l’approccio che i cittadini tradizionalmente mostrano verso il fisco. «Io penso che si debba per prima cosa riguadagnare la consapevolezza che le tasse non sono un “atto unilaterale”, ma un pagamento che i cittadini fanno in cambio di alcuni servizi. Ci siamo abituati all’idea che le due cose siano scollegate. E invece nei paesi civili vale l’opposto: pago le tasse esattamente per avere alcuni servizi». Nella proposta dell’Ibl è prevista anche la ridefinizione delle modalità di finanziamento di alcuni servizi pubblici come sanità e istruzione: si mantiene la gratuità del servizio per la maggior parte dei cittadini, ma si imputa solo ai più abbienti il costo in termini assicurativi. Secondo Capezzone, «un ulteriore passo in avanti sarebbe un’apertura sempre più consistente alla competizione pubblico-privato».

TAGLIO CHOC. A quanti contestano che l’introduzione della flat tax andrebbe contro il principio della progressività previsto dalla Costituzione, Capezzone ribatte che «la progressività intesa com’è stato fatto finora è un disincentivo alla creazione di nuova ricchezza: il cittadino sa che più cresce e più sarà punito fiscalmente… Ciò detto, una progressività intesa in senso ragionevole si può realizzare in molti modi, non solo attraverso una differenziazione delle aliquote, e nella proposta Ibl c’è anche questa accortezza».
Come molti altri, Capezzone si augura che sia finalmente arrivato il momento di una rivoluzione nel fisco, ma aggiunge che se anche il sistema fiscale dovesse rimanere quello attuale, «nulla vieta di prevedere un taglio-choc di tasse e spesa». Ricorda che da tre anni, in tre successive leggi stabilità, lui, Raffaele Fitto e i colleghi di Direzione Italia hanno presentato («non era mai stato fatto prima») simultanei tagli di spesa e tasse per oltre 40 miliardi, con emendamenti tecnicamente ammessi perché – appunto – coperti. «Poi Renzi ha detto politicamente no. Ma abbiamo dimostrato che, volendo, un taglio fiscale di quella dimensione, l’unico che può innescare una crescita sostenuta, si può fare. Se lo si vuole».

@fra_prd

Foto Ansa

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