Il nuovo super mega colossal post-apocalittico di Will Smith invaderà le sale italiane giovedì prossimo, 6 giugno, ma sbarcherà già carico di critiche e di polemiche. Negli Stati Uniti, infatti, After Earth – questo il titolo del film – è stato accolto in modo piuttosto freddo dal pubblico, tanto essere già definito un “flop” dagli addetti ai lavori, avendo incassato nel primo week-end di proiezione appena 27 milioni di dollari (130 milioni il costo della produzione), piazzandosi terzo nella classifica del botteghino dietro a Fast and Furious 6 e a Now You See Me – I maghi del crimine. Ma a tener banco è soprattutto un’accusa che in questi giorni circola sempre più rumorosa. Accusa secondo la quale After Earth sarebbe una specie di manifesto pro Scientology.
INDIZI E SOSPETTI. Ne è convinto, per esempio, Marc Headley, ex membro della setta fondata da Ron Hubbard, introdotto al culto da Tom Cruise in persona, che ha recensito il film per l’Hollywood Rerporter. Secondo Headley, nella vicenda narrata dal regista M. Night Shyamalan e interpretata da Will e Smith e suo figlio Jaden sarebbe chiaramente riconoscibile più di un elemento in comune con i precetti di Scientology. Smith, da parte sua, dice di non essere mai stato membro della setta, pur ammettendo che l’amico Cruise gli avrebbe fatto conoscere la sua religione. Come nota lo Spiegel online, tuttavia, circolano diverse voci di tutt’altro segno, ad esempio quella secondo cui la star di Independence Day e Men in Black nel 2007 avrebbe speso 100 mila dollari in donazioni destinate a Scientology.
«LA PAURA È UNA SCELTA». Fatto sta che l’idea di After Earth è sua, così come è sua la storia, la rocambolesca e spettacolare avventura futuribile di un padre e un figlio che si ritrovano accidentalmente sulla Terra mille anni dopo che il pianeta è stato abbandonato dall’umanità. Ma la vicenda, sostiene Headley, si rifà a Scientology in vadi modi. A cominciare dal “tormentone” del rapporto tra papà Cypher Raige (Will Smith) e il giovane Kitai (Jaden Smith), che campeggia anche come motto sui manifesti del film: «Il pericolo è reale. La paura è una scelta». Non a caso tra gli insegnamenti di Ron Hubbard, spiega l’ex adepto fuoriuscito nel 2005 dopo 15 anni di devozione, c’è proprio quello di «sbarazzarsi delle proprie paure».
I VULCANI E IL DIO XENU. Ma non sarebbero solo le parole dei protagonisti della pellicola a richiamare Scientology. Ci sarebbero anche, per esempio, i vulcani. La scena clou di After Earth, scrive Headley, si svolge guarda caso su «un vulcano che potrebbe essere stato preso direttamente dalla copertina di Dianetics» (la “bibbia” di Hubbard), senza dimenticare che secondo la chiesa dei vip di Hollywood «il vulcano è un filo conduttore che unisce diversi insegnamenti», e infatti «è stato usato anche in molte pubblicità di Scientology per la tv». Poi ci sarebbe la divinità intergalattica Xenu, prosegue il recensore, che «in combutta con gli psichiatri dell’universo ha imprigionato milioni di anime per congelarle e buttarle – avete indovinato – nei vulcani della Terra. Con tutti i posti che ci sono nella galassia!». Anche qui Headley riconosce senza dubbio «parte degli insegnamenti dei livelli superiori di Scientology che i membri scoprono solo dopo aver speso centinaia di migliaia di dollari».
ZERO EMOZIONI. Perfino l’assenza di emozioni che caratterizza il personaggio di Will Smith riecheggerebbe quel «controllo delle emozioni» imposto da Hubbard ai suoi discepoli a furia di esercizio e indottrinamento. Chiunque abbia partecipato anche brevemente ai training di Scientology, scrive Headley, «ricorderà di aver dovuto sedere accanto a una persona e fissarla negli occhi per ore senza poter ammiccare né sorridere e nemmeno voltare la testa. In questo Will Smith sembra cavarsela bene per tutto il film». Basterà un film pieno di trovate discutibili – a detta della maggior parte dei critici – per restituire un’immagine positiva a Scientology? Chissà. A quanto pare, però, potrebbe essere il botteghino a impedirlo.