Afghanistan, raid Nato sbaglia obiettivo e uccide 14 civili – Rassegna stampa/3

Di Redazione
30 Maggio 2011
I razzi hanno colpito due abitazioni nel distretto di Nazwad, provocando la morte di 12 bambini e due donne. Una pattuglia di marines ha chiesto l'intervento della Nato, che ha però sbagliano obiettivo. Il presidente afgano Hamid Karzai: «Basta operazioni unilaterali e inutili». La Casa Bianca si scusa

Un raid Nato ha colpito ieri alcune abitazioni in Afghanistan, nel distretto di Nazwad. L’obiettivo, però, era sbagliato e sono stati uccisi 14 civili, tra cui 12 bambini. All’origine dell’attacco uno scontro tra un reparto della U. S. Marine e un gruppo di talebani nel distretto di Nawzad. Trovandosi in difficoltà, gli americani richiedono l’intervento dell’Isaf, la forza Nato in Afghanistan. I  nuovi rinforzi “sparano razzi, per una ventina di minuti, racconteranno i testimoni. Vengono centrate due abitazioni ma non l’obbiettivo giusto: dentro ci sono bambini, tanti, alcuni di appena due anni. (…) E alla fine, è proprio un comunicato del governatore ad annunciare la conta dei morti: sette bambini, cinque bambine e due donne” (Repubblica, p. 16).

Il presidente afgano Hamid Karzai ha condannato le uccisioni e ha lanciato «un ultimo avvertimento» alle truppe straniere che conducono «operazioni arbitrarie e inutili». «È stato ripetutamente detto agli Stati Uniti e alla Nato – ha dichiarato – che le loro operazioni unilaterali e inutili causano la morte di afgani innocenti e che tali operazioni violano i valori umani e morali, ma sembra che non vogliano ascoltare».

La Casa Bianca replica che invece sta prendendo in considerazione «molto seriamente» le preoccupazioni dell’alleato afgano. E, dal canto suo, l’Isaf fa sapere di essere a conoscenza del blitz aereo e delle accuse di possibili vittime civili. Annuncia di aver inviato una missione di inchiesta sul posto e che ne pubblicherà le conclusioni” (Repubblica, p. 16).

Quello di Nazwad non è che l’ultimo episodio di una guerra che dal 2001 a oggi ha causato 2777 vittime solo tra i civili. “Benché due terzi delle morti siano inflitte dai guerriglieri Taliban, la rabbia del popolo verso i cosiddetti «danni collaterali» delle bombe Nato è in crescita. A migliaia sono scesi in piazza il 18 e 19 maggio scorsi per protesta contro l’uccisione di quattro persone in un raid avvenuto nel Nordest, a Taloqan. E solo giovedì, nella provincia del Nuristan, in un altro bombardamento Nato avevano perso la vita 22 poliziotti e 20 civili” (Repubblica, p. 16).

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