Aerei militari italiani contro la Libia. No-fly zone attiva sopra Bengasi – Rassegna stampa/1

Di Redazione
21 Marzo 2011
Ieri alle 20 sei Tornado italiani hanno attaccato obiettivi di terra libici. Secondo l'ammiraglio Usa Mike Mullen la prima parte della missione Odyssey Dawn è un successo e la no-fly zone è attiva sopra Bengasi. La seconda fase prevede l'attacco alle linee di rifornimento delle forze di Gheddafi. Confusione tra gli alleati per chi guida la coalizione internazionale

Ieri l’Italia ha preso parte attivamente alla guerra in Libia contro Muammar Gheddafi, che è seguita alla risoluzione 1973 dell’Onu che prevede l’uso di «ogni mezzo» per fermare le violenze contro i civili da parte del rais e la messa in atto di una no-fly zone sul cielo libico. Alle 20, sei aerei Tornado sono decollati dalla base di Trapani e sono rientrati alle 22.30.

La missione era orientata “contro gli obiettivi di terra libici, probabilmente i sistemi missilistici di epoca sovietica SA-6 e SA-8, guidati dai radar, e i missili «Crotale» di fabbricazione francese, che possono essere sparati a vista” (Corriere, pp. 2-3).

«La prima fase di Odyssey Dawn [nome in codice della missione, ndr] è un successo» ha dichiarato ieri pomeriggio a Washington l’ammiraglio Mike Mullen, capo degli Stati maggiori riuniti degli Stati Uniti. “La prima ondata di bombardamenti contro la contraerea e i blindati libici ha permesso di ridurre i rischi per i piloti alleati e di stabilire la «no-fly zone» sopra Bengasi. Mullen ha poi spiegato che da oggi, lunedì, comincia la seconda fase: attaccare le linee di rifornimento delle forze fedeli a Gheddafi. I primi risultati sul terreno sono già la riconquista di Ajdabiya da parte degli insorti, e le voci di una ritirata delle forze pro Gheddafi dai dintorni di Bengasi” (Corriere, pp. 2-3).

Tra gli alleati della coalizione internazionale regna però la confusione per quanto riguarda le operazioni: “Gli Stati Uniti fanno giò un clamoroso passo indietro. Dopo le voci di un’irritazione per il protagonismo francese, in tarda serata il segretario della Difesa degli Stati uniti, Robert Gates, ha annunciato che il Pentagono dovrebbe cedere il controllo delle operazioni militari in Libia a una coalizione guidata dalla Francia, dal Regno Unito o dalla Nato «nel giro di pochi giorni». […] A due giorni dal via è sempre meno chiaro come coordinare e comandare la missione” (Corriere, pp. 2-3).

Dopo essersi astenuti durante la votazione della risoluzione 1973, Russia e Cina si sono dichiarati contrari ai bombardamenti e anche la Lega Araba, dopo aver dato il suo assenso alle operazioni militari, ha fatto un parziale dietro-front. Dopo le critiche, però, a partire da oggi quattro Mirage dell’aviazione del Qatar, primo paese arabo a unirsi agli occidentali.

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