«È giusto che una donna abortisca solo perché il nascituro è femmina. Ogni scelta va accettata»

Di Benedetta Frigerio
19 Settembre 2013
Lo ha detto Ann Furedi, direttrice della più grande clinica abortiva della Gran Bretagna, a sostegno della decisione dei giudici che non hanno voluto perseguire due medici che hanno fatto aborti selettivi

«Se le donne non sono felici del sesso dei figli possono abortire (…). O accettiamo fino in fondo ogni scelta della madre, oppure no». È il ragionamento di Ann Furedi (nella foto), la direttrice della più grande clinica abortiva della Gran Bretagna, la British Pregnancy Advisory (Bpas), a margine della decisione del Procuratore generale inglese di non perseguire i due medici che hanno acconsentito alla richiesta di abortire di due donne che non volevano una figlia femmina.

IL POTERE DELLA SCELTA. Il discorso della nota pro choice non fa una grinza: «Non puoi essere pro choice, salvo quando la scelta non ti piace». Ed è la logica della legge che permette l’aborto dei bambini malati, ma anche sani nel caso in cui la loro nascita leda la psiche della madre e della famiglia. Furedi ha continuato spiegando che la legge permette l’aborto nel caso in cui «il sesso del figlio danneggia la salute mentale della donna che non lo accetta», così come lo autorizza se «una donna non vuole il bambino perché povera, abbandonata o ancora non se la sente». Qual è la differenza? Nessuna, in entrambi i casi il figlio è un peso per la madre o la sua famiglia e questo basta ad abortirlo.

200 MILA ABORTI L’ANNO. In Inghilterra si verificano 200 mila aborti all’anno e il colosso Bpas, che ne pratica circa 55 mila (più di un quarto del totale), riceve 26 milioni di sterline dallo Stato, in gran parte pagate dai contribuenti. Il fenomeno dell’interruzione di gravidanza in base al sesso sembra sia in crescita con l’immigrazione asiatica. Non a caso Furedi ha concluso: «È giusto che una donna incinta di una femmina non possa abortire se la sua famiglia la disonorerà, se lei perderà la casa, suo marito e chi ama?». La domanda è retorica, e a ragion veduta, dal momento che la legge prevede che una difficoltà della donna sia sufficiente per giustificare l’eliminazione di una vita.

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9 commenti

  1. Luke

    E’ solo un’assassina. Vergogna.

    1. mike

      in effetti. e a giudicare dalla faccia è pure antipatica.

    2. ftax

      Ma in fondo fa solo il suo lavoro: procacciarsi più clientela possibile…

  2. mike

    della serie quante se ne dicono per rimbambire la gente. la nascita lede la psiche della donna. o la donna è povera, abbandonata o non se la sente. o il nascituro è malato. intanto lo stato inglese dà assegni familiari ad un musulmano per ogni moglie che ha. magari qualche musulmano inglese avrà problemi a trovare moglie se qualcuno ne ha più di una però intanto più mogli, e mantenute dallo stato inglese, sono più figli. insomma le inglesi devono abortire senza troppi problemi (anzi meglio sbrigarsi prima che ci ripensino) mentre le musulmane per fare figli sono aiutate dallo stato. già l’inghilterrà è poco cristiana. di questo passo…

  3. Fael

    Ma le femministe dove sono?
    Quelle che hanno voluto la legge sul femminicidio?
    AH dimenticavo non nate = niente diritti

  4. mike

    uccidono le fonti della vita così, anche in tal modo, si contiene la demografia. anche i pagani ed in genere i non cristiani lo fanno. da sempre. che bello (?!= che brutto) si ritorna al paganesimo. e non solo nell’infanticidio delle femmine.

  5. mike

    oh meno male così si dimostra che ciò che penso da tempo è vero. vogliono riportarci indietro di 2000 anni al mondo pagano o comunque non cristiano. l’infanticidio delle bambine è praticato ancora in africa ed asia. è forse l’ingrediente più bastardo (qui ci vuole) per contenere le nascite. no che … il mondo pagano … con le sue pratiche … in fondo che è? cosa ha come risultato che è comunque costante?

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